Villa Settala, Marietti, Greppi, Ricotti - complesso

Arese (MI)

Indirizzo: Via Allende, 1 (Nel centro edificato storico perimetrato al 1991) - Arese (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: villa

Configurazione strutturale: Il complesso, edificato in epoca seicentesca e ristrutturato nel corso del Settecento, si struttura secondo uno schema simmetrico piuttosto articolato a partire dall'asse principale, che si sviluppa lungo la direttrice est-ovest, per poi ampliarsi secondo assi ortogonali e per successione di tre corti quadrangolari. L'imponente portale barocco, sul cui frontespizio curvilineo domina l'orologio centrale, è fiancheggiato da due corpi laterali più bassi ed immette, attraverso un andito, nella prima corte quadrangolare aperta verso il giardino in direzione sud e delimitata verso nord da un rustico. Frontalmente all'ingresso si staglia il corpo principale disposto ad U e di altezza maggiore rispetto agli edifici circostanti. Il porticato centrale - impostato su colonne toscane che reggono tre archi leggermente ribassati - si apre, sempre lungo la direttrice est-ovest, su una seconda corte delimitata verso ovest da un corpo con un porticato su pilastri che dà accesso ad una terza corte.

Epoca di costruzione: sec. XVIII

Comprende

Descrizione

Dimora nobiliare situata in campagna e circondata da un ampio parco cintato.
Alla fine di un lungo rettilineo che inizia dalla Varesina, a nord di tutto l'abitato di Arese, ci si trova davanti al fabbricato che si struttura su un asse in direzione est-ovest. Sulla strada appare un grandioso portale (1), a tre ali, le cui due laterali sono più basse. Nella parte centrale si trova il cancello d'ingresso in ferro battuto, sovrastato da un orologio e da una lapide commemorativa che ricorda la trasformazione in terreno coltivato del precedente sito paludoso attuata dalla famiglia Lattuada-Settala.
Il complesso si presenta come una sequenza lineare di tre corti, le due estreme determinate da rustici preesistenti.
Varcando l'ingresso della villa il visitatore è immesso in un primo cortile (A) cui fa da fondale la facciata principale della villa settecentesca; sulla sinistra una cancellata sorretta da pilastri segnala l'ingresso al giardino principale sul lato sud del complesso. L'area rivolta a mezzogiorno comprende il nucleo più intimo della casa, comprese numerose sale settecentesche destinate ai ricevimenti.
Proseguendo in avanti rispetto all'ingresso della villa, due porticati posti in sequenza mettono in comunicazioni le diverse corti fino al termine del complesso. Il primo porticato si apre nel blocco abitativo principale ed è impostato su colonne tuscaniche che reggono archi leggermente ribassati. Il secondo portico permette una continuità visiva di grande effetto fino al parco sul fronte ovest, introdotto da un'ampia cancellata retta da pilastri.
Quasi di fronte alla villa si innalza la piccola chiesa dedicata a S. Bernardino, ingrandita dalla famiglia Lattuada-Settala con l'aggiunta di un nuovo oratorio e utilizzata un tempo come cappella gentilizia. Inoltre in una stanza di passaggio della dimora la famiglia aveva allestito una piccola cappella privata; nella pala d'altare compariva la Madonna accompagnata dai Beati di Casa Settala e da un angelo che reggeva lo stemma araldico della famiglia.
Il complesso architettonico è cinto da una fascia di verde composta da un giardino formale con parterre simmetrici nella corte d'ingresso (A), un giardino di dimensioni maggiori a sud (D) e da un parco paesaggistico a sud e ad ovest (E).
Il giardino sul fronte sud ha impianto all'italiana costituito da quattro scomparti simmetrici a prato delimitati da siepi di bosso e ghiaia del Ticino. Al centro trovano collocazione una fontana con giochi d'acqua (2) e antichi vasi di agrumi, statue sparse, elementi di arredo, tra cui un sarcofago e altri resti di origine etrusca e di una grotta sotterranea. Sul lato ovest del giardino formale si innalza una Coffee House (3) in stile neo-moresco a due ordini. Quello inferiore è costituito da un portico passante con archi ogivali convessi aperto sul fronte e sui fianchi.
All'interno l'ambiente è completamente rivestito di mosaico in ciottoli con iconografia ad arabeschi, dotato di panchine per la sosta, adiacenti alla muratura perimetrale dell'edificio. Al piano superiore una finestra centrale ad arco ogivale moresco è posta fra colonne e sormontata dal motto Italis Quod Persis.
Il lato del giardino verso sud è delimitato da una galleria di carpini lunga cento metri, interrotta al centro da un imponente cancello sorretto da quattro colonne con statue, che segnala l' accesso al parco paesistico di oltre dieci ettari.
Lo spazio è attraversato da larghi sentieri che connettono aree a prato ad altre arborate e boscate. Lo stato attuale è caratterizzato da piantumazioni varie effettuate nel secondo dopoguerra. faggi, bagolari, cedri deodara, magnolie, platani, acacie, pini, querce, pioppi, betulle, sono presenti in numerosi esemplari di notevoli dimensioni, in gruppo, isolati o in viali che proseguono anche nelle aree agricole adiacenti. Il terreno è movimentatoda piccole alture naturali e da grotte.
Adiacente al parco ed al giardino all'italiana sopravvive l'antica limonaia.

Notizie storiche

Fu edificata nel 1720 dalla famiglia Lattuada-Settala ad Arese, in via Allende 9, a cinque chilometri da Milano.

L'impianto del parco risale alla fine dell'Ottocento, precedentemente l'area era a destinazione agricola oppure lasciata a bosco: le mappe del Catasto Teresiano documentano che nel 1726 il complesso della villa comprendeva un orto, un giardino e numerosi appezzamenti di terreno destinati ad "Aratorio", "Aratorio vitato", "brughera boscata" e "Costa boscata forte". Nel muro di recinzione del parco sono collocate urne etrusche di origine volterriana, rinvenute murate in una grotta del parco. Probabilmente derivano dal mercato antiquario, acquistate nella seconda metà dell'800.

Come risulta dal Catasto del Lombardo Veneto del 1855, la villa ed il complesso agricolo passarono a Giuseppe Marietti, negoziante di seta e banchiere, nel 1811. La famiglia Marietti era proprietaria dell'intera frazione Valera, da cui deriva il nome della villa. Nel 1935 il complesso passò in eredità ai cugini Marietti di Bareggio e ad altri nipoti di Bollate.

Durante la seconda guerra mondiale La Valera divenne per un breve lasso di tempo proprietà della famiglia Tosi di Senago; nel 1949 fu acquistata insieme alle terre attigue dalla famiglia Ricotti tutt'ora proprietaria.

Gli alberi del giardino e del parco hanno subito rilevanti danni nello scorso secolo a causa di violenti cicloni (dannosissimo per la villa quello del 1910) che hanno divelto parecchie piante secolari.
Il sito è attualmente compreso nel Parco Regionale delle Groane: nel Piano Territoriale di Coordinamento è individuato come Zona di interesse storico-ambientale; dal Piano Regolatore Generale è inserito in Zone per servizi urbani e territoriali, come verde storico.

Uso attuale: intero edificio: abitazione

Uso storico: intero edificio: abitazione

Condizione giuridica: proprietà privata

Riferimenti bibliografici

Enciclopedia dei comuni d'Italia. La lombardia, paese per paese, Firenze 1985

Capodici S., Arese. Storia di una comunità, Trieste 1982

Guida della Diocesi di Milano 1980, Milano 1980

Dones C./ Giudici P./ Turrini L., Arese 1987, Arese 1987

Langé S., Ville della provincia di Milano. Lombardia 4, Milano 1972

Matteo E., Tra passato e presente. Ipotesi su Arese, Arese 1991

Olivieri D., Dizionario di toponomastica lombarda, Milano 1961

Buzzi P., Storia dei comuni della Provincia di Milano, Milano 1929

Fonti e Documenti

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Pergami, Francesca (1991)

Aggiornamento: Sampietro, Micaela (1998); Laviscio, Raffaella (2006); Breda, Maria Antonietta (2007); Magnani, Ada (2007); Marelli, Paolo (2007)

Descrizione e notizie storiche: Simioli, Adele

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).