Donazione Valerio Milesi (1323 - 1800)

fondo | livello: 1

Conservatore: Comune di Gromo (Gromo, BG)

Progetto: Comune di Gromo (1998 - 2000)

Contenuto: La conoscenza e lo studio di questo materiale documentario, riguardante i prezzi e la vendita di proprietà immobiliari, sia agricole che edificate, risulta di grande interesse per la ricostruzione storica dell'economia locale, in particolare le attività della lavorazione del ferro, che rappresentò certamente, nei secoli XV e XVI, il settore più importante dell'economia di Gromo. E molti sono i dati utili per identificare linee di sviluppo dell'agricoltura nell'ambito della storia economica locale, in relazione alle condizioni naturali, all'uso agricolo del suolo, al regime delle proprietà, alle colture, alla società e agli insediamenti rurali.

Una cospicua parte dei documenti sono istrumenti di compravendita riguardanti, in molti casi, la cessione di beni per l'estinzione di debiti; o di retrovendita, in base alla quale il nuovo proprietario era tenuto a rivendere al vecchio, al medesimo prezzo, i beni acquistati entro limiti di tempo menzionati nell'atto o fatti oggetto di una scrittura separata, di investiture, a termine o perpetue, di terre, boschi, fucine, ecc.; obbligazioni e ricevute di pagamento.

Le unità di misura utilizzate sono indicate con la pertica bergamasca di 662 metri quadrati, costituita da 24 tavole. I prezzi sono normalmente dati in lire imperiali e sottomultipli e più raramente in ducati veneti. Nella descrizione dei terreni e degli edifici si è ritenuto di poter utilizzare la nomenclatura originaria degli atti. I tipi fondamentali di terreni ad uso agricolo, che compaiono nelle descrizioni sono i seguenti: "... prativo, campivo, arativo, boschivo, cornivo, ripivo, ortivo, vidato, arborivo, romersivo, ronchivo, brignivo, montivo". Non si trova mai indicato il tipo di coltura dei terreni. Nel caso di edifici le descrizioni fanno generalmente riferimento all'edifizio "(o foxine) ab armis et operibus feraritie", con annesso un "edifitio mole pro molando arma", con uno o più "carbonili", ruote e canali delle acque di alimentazione e le attrezzature in essi esistenti, cioè mantici, incudini ed altri utensili. La casa abitata è descritta come "copata, solerata, plodata, curtinsata, lobiata, cilterata, ...".

Storia archivistica: Tra i documenti d'Antico Regime, presenti nell'archivio storico del comune di Gromo inventariato nel 1986 (1), è stato rinvenuto un deposito di 398 pergamene, delle quali non si era potuto, per mancanza di documentazione, accertarne la provenienza; si conosceva soltanto che le stesse rimasero, per lungo tempo, abbandonate sul solaio della casa comunale. Recentemente, durante i lavori di riordino e di inventariazione dell'archivio ottocentesco dello stesso comune, sono stati rinvenuti alcuni documenti che ci consentono di conoscerne la provenienza.
E' accertato da una lettera del podesta conservata in archivio (2) che in data non precisata, le stesse furono donate da Valerio Milesi di Bergamo al comune di Gromo. Sappiamo invece con precisione che, con lettera del 27 aprile 1932, lo stesso podestà di Gromo "offri" le pergamene alla contessa Margherita De Licinis di Milano, contando di ottenere in cambio un aiuto economico a favore degli enti di beneficenza del comune di Gromo. La contessa ricevette le pergamene e inviò al comune un "compenso" di 1000 lire. Il 16 agosto 1932 il comune, ritenendo troppo esiguo il compenso, restituì la somma ricevuta, giustificandosi che "l'ambiente culturale di Bergamo si era lagnato della vendita delle pergamene", e precisando anche che il prezzo delle stesse, sul mercato, senza considerare il contenuto storico, era di 10 lire per ognuna. La De Licinis, molto contrariata, con lettera del 19 agosto 1932 dispose la restituzione delle pergamene.
Il 4 dicembre 1935 il podestà di Gromo trasmise alla Prefettura di Bergamo copia della deliberazione comunale (30 novembre 1935) riguardante il finanziamento della spesa per la traduzione delle pergamene. Il 23 luglio 1945 il dott. Giuseppe Locatelli di Bergamo scrisse al podestà di Gromo che le pergamene, già da qualche tempo consegnategli per verificare se tra le stesse ve ne fossero state alcune inerenti alle fabbriche d'armi di Gromo, erano, per la maggior parte, atti privati di compra-vendita, e chiese di poterle restituire al comune di Gromo, proprietario, a meno che lo stesso volesse farne dono alla Biblioteca Civica di Bergamo. Il 9 agosto 1945 il sindaco di Gromo, Santus Guido, si presentò al Locatelli per il ritiro delle pergamene. Le 398 pergamene (tante ne sono state rinvenute ma, da alcune testimonianze locali, sembra che il deposito fosse stato molto più consistente) furono inventariate nel 1986: il riordino ha raccolto in una "Lista di regesti" e in ordine cronologico, 373 unità, riguardanti atti privati di varia natura, mentre delle restanti, dieci, il cui contenuto riguarda atti in cui il comune di Gromo è parte in causa o attore, sono state collocate, nelle rispettive serie di appartenenza, nell'archivio storico del comune di Gromo; quindici, invece, nella sezione, così denominata nell'inventario A. Previtali, "Carte estranee" e ripartite, insieme ad altri documenti cartacei rinvenuti nell'archivio storico comunale di Gromo, tra le varie comunità alle quali si credeva potessero appartenere.

Criteri di ordinamento
L' intervento di riordino, e dei suggerimenti della Soprintendenza Archivistica per la Lombardia, ha considerato l'opportunità di inventariare questi atti in tre ripartizioni: la prima, "Atti pubblci" con documenti di appartenenza ad enti pubblici ed ecclesiastici, la seconda "Atti privati", disposta in sottoserie topografiche che comprendono gli atti riguardanti persone o i beni oggetto della transazione di un medesimo comune; la terza, "Carte Zucchinali", raccoglie gli atti patrimoniali di questa famiglia dal 1556 al 1620. Nell'inventario dell'Archivio storico del comune di Gromo sono state lasciate, invece, le dieci pergamene che originariamente appartenevano a questo fondo e che nello stesso furono descritte nel 1986. I criteri adottati per la regestazione degli atti sono così riassunti:
- I regesti intendono illustrare tutti i dati utili non solo alla definizione del negozio giuridico ma anche alla ricostruzione delle modalità e dei momenti attraverso i quali il negozio si è sviluppato.
- I nomi propri sono stati tradotti; sono stati lasciati in latino, invece, i cognomi, ad eccezione di quelli identificabili con certezza con i rispettivi moderni.
- Ugualmente è stata mantenuta la lingua originaria nei casi in cui la traduzione non sarebbe stata in grado di rendere il significato del termine o dell'espressione in tutte le varie sfumature.
- Con particolare attenzione sono stati evidenziati tutti i toponimi interessanti le proprietà in transazione, tralasciando quelli riferibili alle coerenze.
- Di ogni pergamena viene indicato lo stato di conservazione, i danni, le misure espresse in mm e la lingua.

Consistenza unità: 437.

(1) Cfr. "Inventario dell'Archivio Storico del Comune di Gromo, 1267 - 1797", a cura di Antonio Previtali, 1986, dattiloscritto.

(2) Cfr. b. 153, fasc. 10 dell'archivio storico comunale.

Bibliografia:
- ANDREOLETTI, Analisi di una fonte. = Andreoletti A., Analisi di una fonte: l'estimo dei Tre Nobili del comune di Gromo in Alta Val Seriana, in 'Bergomum', XCIII, 1998, n. 1-2, pp. 99-120.
- REGIONE LOMBARDIA, Guida operativa. = Guida operativa per l'ordinamento e l'inventariazione degli archivi storici di enti locali, Regione Lombardia, Settore Cultura e Informazione, Servizio Biblioteche e Beni Librari e Documentari, Milano, 1992.
- REGIONE LOMBARDIA, L'archivio in formazione. = L'archivio in formazione, atti del seminario svoltosi a Milano il 21/6/1994, Regione Lombardia, Settore Cultura e Informazione, Milano, 1996.
- REGIONE LOMBARDIA, Standard. = Standard, vocabolari controllati, liste d'autorità, atti del seminario svoltosi a Milano il 25/5/1994, Re-gione Lombardia, Settore Cultura e Informazione, Milano, 1995.
- RIZZI, Il progetto Archidata. = Rizzi Loris, Il progetto Archidata: fonti per la storia delle comunità lombarde, in "Il computer in archi-vio", atti del seminario su "L'automazione degli archivi storici degli enti locali. San Miniato, 8-9 giugno 1989", Comune di San Miniato - Regione Toscana, 1990, p. 53-61.

Compilatori
Antonio Previtali

espandi | riduci

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).