Tinozza

Tinozza

Descrizione

Categoria: economia e ritualità domestiche

Tipologia: tinozza

Materia e tecnica: ferro (stampo, curvatura, elettrosaldatura, ribattitura, zincatura)

Misure: 23,6 cm. x Ø 44,6 cm.

Descrizione: Il recipiente è a sezione circolare, a forma di tronco di cono rovesciato Il perimetro della bocca è maggiore di quello del fondo e la sponda inclinata verso l'alto. Lungo due lati opposti della sponda sono saldate le maniglie mediante ribattitura.

Notizie storico-critiche: A. Aondio e F. Bassani (1990, p. 31) informano che nell'apposito porta-secchi (segé) o appesi direttamente a robusti ganci (rampùn) infissi nel muro vi erno capaci secchi di varia grandezza, colmi d'acqua affinché fosse a portata di mano in caso di bisogno. Si beveva immergendo un mestolo (cazzü) nell'acqua e portandolo alla bocca. La tinozza serviva per lavare le poche stoviglie indispensabili per il pranzo (disnà) e la cena (scéna).
L'informatore Romeo Riva (2009, audiocassetta n. 4) informa che l'acqua in cui erano state lavate le stoviglie non veniva gettata via, ma la si utilizzava per abbeverare le mucche (culùbia).
Fonti di documentazione: 2/ 3

Collocazione

Galbiate (LC), Museo Etnografico dell'Alta Brianza - MEAB

Credits

Compilazione: Capra, Michela (2009)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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