Zangola rotatoria

montagna bresciana, bottega di bottaio (#soér#)

Zangola rotatoria

Descrizione

Ambito culturale: montagna bresciana, bottega di bottaio (#soér#), Lombardia

Cronologia: sec. XX prima metà

Categoria: attività agro-silvo-pastorali

Tipologia: zangola rotatoria

Materia e tecnica: legno (taglio, scortecciatura, piallatura, intaglio, inchiodatura); ferro (forgiatura, stampo, brasatura)

Misure: 49 cm x 50 cm x Ø 28 cm

Descrizione: E' costituita da una botte a forma di tamburo, formata da doghe in legno e sorretta da un cavalletto a quatto gambe. Due cerchi in ferro saldati alle estremità tengono insieme le doghe e ad essi sono applicati due anelli in ferro. Lungo le sponde della botte, è ricavato un foro circolare entro cui è inserito un tappo. La botte si muove circolarmente attorno ad un asse orizzontale interno, collegato alla manovella esterna, appoggiata al cavalletto

Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1980, vol. I, pp. 33-34) riferisce che le zangole rotatorie più grandi potevano anche essere appoggiate al muro della malga.
G. Sebesta (1991, pp. 483-484) informa che all'interno delle zangole si separava un latticello, privo di grassi, un poco acido ma dal sapore gustoso, che si usava per intingervi la polenta. Il cascinaio versava il latticello all'interno di un truogolo in legno. Poi, aggiungeva dell'acqua nella zangola per #lavare# una o due volte la pasta di burro, che, levata a più riprese, si sistemava su un tavolo leggermente inclinato, dando inizio alla lavorazione.
L. Gibelli (1996, pp. 144-145) riporta che lo sbattimento della panna costringeva le particelle grasse a congiungersi e, favorite dall'aria immessa con lo sbattimento, a separarsi dalla parte liquida. Le doghe del recipiente cilindrico erano ottenute da spicchi di un tronco d'albero di giusta lunghezza, spaccato nel senso della vena fibrosa. Infatti, le intercalazioni fibro-midollari disposte p

Collocazione

Montichiari (BS), Museo Demologico Giacomo Bergomi

Credits

Compilazione: Capra, Michela (2002)

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