Zangola rotatoria

montagna bresciana, bottega di falegname

Zangola rotatoria

Descrizione

Ambito culturale: montagna bresciana, bottega di falegname, Lombardia

Cronologia: sec. XX metà

Categoria: attività agro-silvo-pastorali

Tipologia: zangola rotatoria

Materia e tecnica: legno (riduzione in assi, taglio, sagomatura, inchiodatura, tornitura); ferro (stampo, zincatura)

Misure: 33.5 cm x 44.5 cm x 66 cm

Descrizione: Cassa a sezione ottagonale formata da assicelle unite mediante inchiodatura e con una cerniera metallica, dotata di apertura per l'introduzione della panna. La cassa è attraversata da un albero in ferro, di cui fuoriescono le estremità. Esse poggiano sulle due gambe laterali d'appoggio a sezione trapezoidale, unite alla base da due traverse. Una delle estremità dell'albero è inserita entro un disco in legno munito di gola di guida.

Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1980, vol. I, pp. 33-34) riferisce che le zangole rotatorie più grandi potevano anche essere appoggiate al muro della malga. Rispetto al sistema rotatorio della zangola formata dalla botte a tamburo, quello del cassone munito internamente di pale è più moderno. Esso sembra derivare da un modello tedesco, nonostante testimonianze raccolte in Piemonte ne rivendichino l'importazione dalla Francia. Nei caseifici, la zangola rotatoria era mossa mediante una ruota idraulica esterna e, nella pianura lombarda, azionata da un cavallo che girava.
G. Bergomi (audiocassetta n° 4, lato A) ricorda che i mandriani delle montagne bresciane, bergamasche e trentine quando si recavano a svernare nella pianura portavano con sé gli strumenti necessari alla produzione di burro e formaggio.
Fonti di documentazione: 2/ 3

Collocazione

Montichiari (BS), Museo Demologico Giacomo Bergomi

Credits

Compilazione: Capra, Michela (2010)

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