Pietra cote

Pietra cote

Descrizione

Ambito culturale: pianura bresciana; Italia, Lombardia

Cronologia: sec. XX prima metà1925

Categoria: attività agro-silvo-pastorali

Tipologia: pietra cote

Materia e tecnica: legno (taglio, scortecciatura); pietra arenaria (taglio)

Misure: 3.3 cm x 21.7 cm (intero)

Descrizione: Oggetto costituito da un manico ligneo cilindrico, in cui è inserita e fissata con del filo di ferro la pietra arenaria, più stretta in punta.

Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1980, vol. I, p. 58) informa che la cote era uno strumento indispensabile per il falciatore, che la utilizzava per affilare la lama della falce fienaia durante il lavoro nel prato. In Italia settentrionale, il portacote poteva essere di forma e materiale diversi: corni di bue cavi, foderi in legno cilindrici o piatti su un lato, terminanti sul fondo con uno sperone per piantare l'attrezzo nel prato, e, in tempi più recenti, barattoli di latta, rotondi o ovali, che andarono progressivamente a sostituire quelli più vecchi.
G.B. Muzzi (2001, p. 90) riferisce che nelle grandi aziende della pianura ogni salariato possedeva un corno di mucca in cui infilare la pietra per affilare la falce. Con un gancio di filo di ferro zincato la appendeva alla cintura dei pantaloni perché non recasse impaccio durante le operazioni di falciatura. La pietra veniva inserita nel portacote insieme a un po' d'acqua ed erba, per evitare il rumore del suo sbattere. La molatura si faceva durante la falciatura per rifare velocemente il filo, senza dover fare una sosta prolungata per battere la falce sull'incudine col martello.
Fonti di documentazione: 3

Collocazione

Mairano (BS), Museo della Civiltà Contadina "Dino Gregorio"

Credits

Compilazione: Capra, Michela (2010)

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