Soffetto solforatore

Italia settentrionale

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Soffetto solforatore

Descrizione

Ambito culturale: Italia settentrionale

Cronologia: sec. XX prima metà

Categoria: attività agro-silvo-pastorali

Tipologia: soffetto solforatore

Materia e tecnica: legno (taglio, sgrossatura, tornitura, levigatura); cuoio (conciatura, taglio, inchiodatura); lega metallica (stampo)

Misure: 19 cm x 104 cm (intero)

Descrizione: Soffietto dalle pareti lignee, munite di manico di presa, richuidibili mediante una fettuccia in cuoio. Ad esse è unito con chiodi il mantice in cuoio. La parte anteriore delle pareti è stata riparata mediante l'inchiodatura di strisce in cuoio ed è unita con del nastro adesivo al serbatoio in lega metallica, il cui foro è chiuso da un tappo in sughero. Il serbatoio è a sua volta saldato al lungo cannello cilindrico, terminante con un irroratore troncoconico coperto da una reticella.

Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1980, vol. I, pp. 152-153) scrive che, a partire da maggio, non appena la vite iniziava a germogliare, era necessario, ai fini della conservazione e protezione, procedere al trattamento con la soluzione antiparassitaria del solfato di rame. In talune zone, da maggio alla maturazione dell'uva, l'operazione andava ripetuta anche dalle quattro alle otto volte. I vestiti, il volto e le mani del viticoltore si ricoprivano del color verde della sostanza. A conclusione del lavoro, si poteva finalmente riposare ed attendere il piacevole momento della vendemmia.
Oltre al soffietto, esistevano altri attrezzi atti a svolgere l'operazione, quali la pompa che, portata sulle spalle, si azionava con una leva, o, per le vigne più estese, altri oggetti di dimensioni più grandi, che venivano caricati su un carretto a mano: mentre un contadino pompava dal carro, l'altro, con un lungo tubo, bagnava della sostanza i grappoli situati in alto.
G.B. Muzzi (2001, p. 125) informa che era la fillossera l'insetto più insidioso per la salute della vite, poiché ne attaccava le foglie e le radici più tenere. Per non respirare le sostanze nocive il viticoltore indossava un fazzoletto sul naso e sulla bocca, annodato dietro la nuca.
Fonti di documentazione: 3

Collocazione

Mairano (BS), Museo della Civiltà Contadina "Dino Gregorio"

Credits

Compilazione: Capra, Michela (2010)

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