Industrie tessili

Albino Ditta Honneger-Spoerry & Co,  poi Cotonificio Honneger, Via Marconi, 51  –  COTONIFICIO – epoca di costruzione  1878; 1890; 1900 ca.; 1920

 

Nel 1875 si costituisce la Società Spoerry e C., che rileva la preesistente ditta di Gaspare Spoerry. Nel 1885 entra nella società Giovanni Honegger, e nel 1891 la ragione sociale muta in Honegger Spoerry e C.
Nel 1939 il cotonificio era costituito da una filatura con 42.000 fusi e da una tessitura meccanica con 1086 telai. Gli operai erano 1300.
L’attività è cessata nel 2012.

Vasto complesso con stabilimento, abitazioni operaie e ville padronali.

  • stabilimento (a sud della rotonda sulla S.P. 35): capannoni a shed 1-2 piani, in alcuni doppie finestre, in altri finestre con decorazioni in pietra, camino a torre;
  • palazzina ufficia 2 piani con finestre profilate in pietra, balcone in ferro con il simbolo del commercio;
  • chiesa con finestre ogivali;
  • convitto a due piani con ballatoi in legno;
  • magazzino in mattoni a vista con finestre ad arco ;
  • officina a un piano;
  • stalla;
  • serra;
  • centrale idroelelettrica.

Le ville e le abitazioni operaie (a nord della rotonda sulla S.P. 35): tre blocchi di case operaie a due e tre piani con ballatoio in ferro e legno; villa a un piano con doppie finestre profilate in pietra, villa a tre piani con torre rettangolare e finestre ad arco (via Duca D’Aosta sulla sinistra); villa a due piani (via Duca D’Aosta sulla sinistra).

Parte degli edifici del complesso si ispirano direttamente all’architettura nordica – i proprietari erano svizzeri- in particolare nei capannoni, nel convitto, in una villa, nelle case operaie. Altro elemento caratteristico sono orti e giardini, nell’area dello stabilimento e in prossimità delle case operaie.


Albino  fraz. Desenzano al Serio, Cotonificio Borgomanero poi Albini Spa, Via provinciale  – COTONIFICIO- epoca di costruzione 1890 ca.

 

Il cotonificio Borgomanero nasce nel 1876 e nel 1919 diventa proprietà Albini per via ereditaria. Nel 1930 viene ampliato con la costruzione di alcuni capannoni a shed e nel 1981 viene trasformato in Cotonificio Albini, tuttora in attività. Nel 1960 con la costruzione di nuovi fabbricati sono stati abbattuti i vecchi edifici e la villa padronale.

Dell’originaria struttura rimane solo una parte appena visibile dalla strada provinciale, un corpo basso con finestre ad arco profilate in pietra, e tre case operaie con tetto in legno smerlato e finestre decorate in pietra in fondo alla via Dr. Franco Albini.


Alzano Lombardo  fraz. Nese, Cotonificio Valle Ticino poi Cotonificio di Nese Spa, Via Europa, 67   – COTONIFICIO  – epoca di costruzione inizio ‘900

 

Tre edifici disposti a U con finestre a sesto acuto reticolate, ciminiera e centrale elettrica. La fabbrica è stata ristrutturata negli anni ’50 rispettando la fisionomia originaria. Tra i fondatori l’industriale Benigno Crespi.


Fara Gera d’Adda Linificio Canapificio Nazionale Spa, già Ditta Cerani & C,  Via A. Ponti – LINIFICIO – epoca di costruzione 1870; centrale idroelettrica 1895

 

Il linificio, costruito nel 1870 per la ditta Ceriani, è il primo degli stabilimenti della società L. C. N. fondata nel 1873 da Andrea Ponti, che assunse in pochi anni gigantesche proporzioni con 21 opifici. Già negli anni ottanta del secolo scorso lo stabilimento di Fara era uno dei maggiori opifici tessili d’Europa con 19.200 fusi e quasi 2.000 operai.

Il complesso si presenta come un insieme di diversi corpi di fabbrica:

  • Capannoni ad un piano con copertura a shed sostenuti da colonnine di ghisa ospitano le fasi della produzione;
  • Ex asciugatoio a tre piani con solette a voltine in mattoni e travi di ferro, copertura a doppio spiovente;
  • Facciata esterna a due piani con copertura a doppio spiovente, finestre ad arco ribassato

La costruzione è sobria, bassa ed estesa (50.000) mq), parallela al fiume. Di fronte ad essa si sviluppa il paese, con diversi edifici opera del L. C. N.: abitazioni (le prime sono del 1872 con tipologia a ballatoio), convitto operaio, asilo (1896), magazzini economici (1897) e altri servizi.

Lo stabilimento era alimentato da forza motrice idraulica e termoelettrica. La centrale idroelettrica interna risale al 1895, alimentata da un canale di scarico derivato in località S. Anna, a nord di Fara, con una diga di tipo Poirrè.

Link alla scheda Convitto del Linificio e Canapificio Nazionale


Fiorano al Serio Cotonificio Tosi-Albini, poi Industrie Riunite di Filati della Valle Seriana, poi Filati Fiorano Spa, poi Tessival Spa, Via Donizetti 31 – epoca di costruzione dal 1880 al 1920 ; 1910-1920 ; 1928

 

In origine lo stabilimento era costituito da un edificio costruito secondo lo schema delle filande su quattro livelli (1890) e da un successivo lungo corpo a un piano con tetto a capanna su via Tosi Albini (1920). Due case operaie non sono più esistenti, rimane la scuola a due piani in via Donizetti.

Centrale elettrica al di là della Strada provinciale.
Lo stabilimento odierno insiste sulla stessa area ma risulta essere di recente costruzione.


Gandino Lanificio Radici Seniori, poi Lanificio Columbus Spa poi Fab, Via Opifici 28 o 36 – epoca di costruzione dal 1908 al 1920 ca.

 

Gandino è stato centro di produzione di pannilana per oltre due secoli. La ditta Radici Seniori fu tra le prime a introdurre in Italia la fabbricazione delle flanelle: era fornita di un moderno macchinario a energia idraulica, oltre a un proprio impianto di energia elettrica derivata dal fiume serio, costruito in collaborazione con la ditta laniera Flli Testa.

Alla fine dell’800 contribuiva con gli altri lanifici di Gandino ad occupare 700 operai. Dal 1908 al 1920 lo stabilimento si ampliò fino all’attuale conformazione. Nel 1962 la ditta passò alla società Columbus.

Complesso costituito da più corpi edificati in tempi successivi. Dell’originaria manifattura Radici Seniori resta un fabbricato lungo il fiume Romna, costruito secondo il tipico schema della filanda dell’800, attualmente adibito a deposito: tre piani con finestroni ad arco acuto e tetto a capanna.

Attiguo a questo sono i corpi in mattoni a vista su due livelli, separati da una pensilina in tegole di cotto, con grandi aperture, edificati nel 1908.
Degli anni ’20 sono le rimanenti ali, su tre piani, in intonaco a vista, attraversate dalla via Opifici nella parte centrale.


Nembro Filatura Blumer poi Gruppo Persico, Via Marconi 17 – epoca di costruzione 1870-1936; 1960

 

La filatura viene fondata intorno al 1870 dallo svizzero Giovanni Blumer. Inizialmente occupava circa 300 operai. Per il funzionamento della manifattura veniva utilizzata l’energia prodotta da due centrali poste in corrispondenza dei salti d’acqua delle rogge Serio e Morlana, uno a nord, l’altro a sud dell’azienda.

Nel 1936 la filatura viene trasformata dalla famiglia Fraschini in una ditta metallurgica, alla quale succedono dal 1966 varie aziende di lavorazione dell’alluminio fino al 2009.
Nel 2012 la proprietà Persico ristruttura i capannoni che risalgono a diverse epoche secondo nuove esigenze produttive (stampi, impianti e barche), con riconversioni e nuove costruzioni.

Sono conservati la torre essiccatoio, l’edificio filanda e la villa padronale.


Nembro Manifattura Crespi di Nembro Spa, Via Crespi 1 – FILATURA COTONE – epoca di costruzione 1878-1920

 

Benigno Crespi (fratello di Cristoforo Benigno dello stabilimento di Crespi d’Adda, e futuro comproprietario del Corriere della Sera) fonda lo stabilimento di filatura del cotone nel 1878. Nel 1891 sono impiegati 240 operai con 12.000 fusi; nel 1902 e i fusi salgono ad oltre 30.000, e gli operai sono il doppio.
Nello stesso anno Crespi costruisce la centrale idroelettrica di Gromo, per garantire una fonte continua di energia allo stabilimento, il primo nucleo della futura Azienda elettrica Crespi e C. che disponeva di una linea di trasmissione tra Gromo e Nembro di 40.000 volt, tra le più potenti allora in Europa.

Crespi partecipa anche alla costituzione del Cotonificio Valle Ticino di Alzano Lombardo.
Nel 1972, mentre impiega 440 dipendenti, la manifattura viene ceduta al gruppo Roncoroni – Manifattura di Legnano, che chiuderà nel 2006.

Il complesso è quasi totalmente demolito ad eccezione di una torretta in prossimità della centrale elettrica e dalla vasca di raccolta delle acque.
Ancora esistenti alcuni edifici del villaggio operaio, che comprendeva una casa plurifamiliare a ballatoio, dei villini in stile eclettico con falsi bugnati e decorazioni, un edificio alto e lungo con funzione di convitto. L’asilo infantile è ancora in funzione come Scuola materna Crespi Zilioli, in via Roma. All’interno dell’ex area industriale una casa padronale a tre piani in stile alpino.

Nel 1972 gli edifici non produttivi vengono ceduti al Comune, che li ha poi venduti a privati.


Parre fraz Ponte Selva,  Cotonificio F.lli Pozzi,  Via Ercole e Piero Pozzi 18 – COTONIFICIO – epoca di coastruzione dal 1889 al 1930

 

Nel 1889 Ercole e Pietro Pozzi, originari di Busto Arsizio, acquistano a Ponte Selva alcune vecchie costruzioni già adibite a fucine da mulino con annessa derivazione d’acqua sul fiume Serio. Abbattuti gli edifici i Pozzi costruiscono lo stabilimento di filatura del cotone, che all’inizio conteneva 1700 fusi.

Nel 1899 la ditta rimane di esclusiva proprietà di Ercole, pur mantenendo il nome di “F.lli Pozzi fu Pasquale”. Nel 1906 la filatura viene portata , sotto la direzione del figlio di Ercole, Pasquale, a 14.000 fusi. Per rimediare alla scarsità di manodopera si costruiscono le case operaie e i servizi annessi.

Nel 1907 la ditta diventa Società per Azioni, e nel 1930 assume la nuova ragione sociale di “Cotonificio F.lli Pozzi – Electa S.p.A.”, per incorporazione della E.L.E.C.T.A., Ente lombardo Espansione Commercio Tessile Anonima.

  • Edifici a tre piani con parti in finto bugnato e altre in intonaco a vista, con strutture portanti originarie interne in ferro-ghisa.
  • Convitto a tre piani, 1925
  • Casa operaia
  • Villa padronale, 1930

Ponte Nossa Cotonificio Bergamasco poi Cotonificio De Angeli-Frua Spa poi Cotonificio Cantoni Spa, Via De Angeli 10 – COTONIFICIO  – epoca di costruzione primo decennio del ‘900 ; 1910

 

Il Cotonificio Bergamasco viene acquistato da Giuseppe Frua nel 1909. All’epoca occupa 900 operai, con una sezione di filatura con 30.248 fusi, una di tessitura con 25 telai Northrop e una stamperia con 2 macchine. Nel 1912 viene chiusa la stamperia e ingrandita la tessitura che impiegava 456 telai automatici. Nel 1914 viene ampliata la filatura e si raggiunge il totale di 32.400 fusi.

Gli operai passano dai 1200 del 1926 ai 1970 del 1949. La produzione passa da 33.645 ai 45.000 metri.
Lo stabilimento viene acquistato nel 1969 dal Cotonificio Cantoni.

Complesso

  • Filatura su più piani
  • Tessitura, capannoni a shed 1-2 piani, finestre ad arco a bugnato e rettangolari con architrave
  • Case per i dipendenti
  • Convitto

Il cotonificio comprendeva opere assistenziali per i dipendenti, secondo la filosofia di tipo paternalistico di Giuseppe Frua:

  • case operaie di 380 locali per 100 famiglie (via Rimembranze 22 due case rettangolari a due piani; via Partigiani 1-9 due case con porta ad arco e rivestimento in bugnato)
  • asilo infantile con porta ad arco profilata in bugnato, finestre profilate in pietra e cuspide (via Rimembranze 3)
  • un Educatorio, scuola del lavoro
  • una cooperativa di consumo
  • convitto per 250 operai dove era possibile per i dipendenti di altri stabilimenti Frua trascorrere un soggiorno durante il periodo estivo.

Ponte San Pietro Legler Industria tessile Spa poi Fondazione  Legler poi Aruba

La storia dell’azienda : Scheda di archivio

Fiume Brembo, ex stabilimento Legler

In due edifici dell’ex stabilimento, ad est del fiume Brembo, la Fondazione Famiglia Legler promuove la conservazione, lo studio e la valorizzazione della documentazione prodotta dai soggetti economici del territorio bergamasco, considerato il ruolo giocato dall’impresa quale luogo di produzione, organizzazione ed elaborazione di attività economiche, culture organizzative e relazioni sociali.

Le aree dedicate fin dal secolo scorso alla produzione e all’amministrazione sono diventate spazi attrezzati per accogliere archivi, mostre, corsi e convegni. In diverse sale dove un tempo si svolgevano le operazioni di tessitura e/o di stoccaggio oggi si trovano gli archivi per una capienza totale di 4.600 metri lineari.

La Fondazione nasce nel 1994 dal desiderio del dott. Fredy Legler di lasciare, dopo la cessione delle aziende tessili, un segno forte della storica presenza della sua famiglia nel territorio. Dal 2011 la famiglia ha donato il prezioso archivio aziendale (documenti, fotografie e tessuti) che è possibile visitare su appuntamento.
La Fondazione ospita tra l’altro il Fondo delle Società Cessate del Tribunale di Bergamo, unitamente al proprio Registro Ditte, oltre ad archivi storici aziendali di notevole interesse: Manifattura Festi Rasini, Manifattura Valle Brembana, Cotonificio Honegger, Zopfi industria tessile, Italcementi.
Tutti i fondi sono consultabili per finalità di studio a storici, ricercatori, studenti e semplici fruitori su richiesta.

 

Fondazione Legler, ex stabilimento, palazzina

Nel 2015 la società di web-hosting ARUBA compra gli spazi dell’azienda e la centrale elettrica di Via S. Clemente, e oggi l’ex cotonificio è diventato il più grande campus data center in Italia.

L’industria del secolo scorso è stata trasformata in una fabbrica del terzo millennio, dove saranno conservati petabyte su petabyte di informazioni. Aruba ha inaugurato nel 2017 la prima delle cinque palazzine che ospiteranno i server per i servizi cloud, nel quadrante nord dell’ex Legler.


Ranica Tessitura Gioachino Zopfi – Filatura di Ranica Spa, Via G. Zopfi 21 – COTONIFICIO  – epoca di costruzione dal 1869 (anno di fondazione) al 1925 ca.

 

I diversi fabbricati del complesso Zopfi sono sparsi in tutta l’area di Ranica e si integrano con le altre strutture urbane. Lo stabilimento per la filatura del cotone viene fondato dallo svizzero Giocchino Zopfi nel 1869 e comincia a funzionare nel 1870 con 5600 fusi. Ampliato nel 1878 con l’aggiunta di un nuovo corpo di fabbrica, i fusi installati diventano 17.000.

Il reparto di tessitura si aggiunge nel 1881 con 460 telai; ingrandito nel 1907 con l’introduzione dei telai meccanici per il cui funzionamento la Zopfi partecipa con altre ditte alla formazione del Consorzio Idro Elettrico del Dezzo. Nel 1900 l’intero stabilimento impiega 800 operai. Nel 1980 le ragioni sociali diventano due: la G. Zopfi S.p.A. (tessitura) e la Filatura di Ranica S.p.A. (filatura).

  • Fabbricato tessitura con finestre ad arco, anno 1912
  • Fabbricato su quattro livelli secondo lo schema della filanda, per roccatura e torcitura, 1880
  • Capannone per la cardatura e la filatura
  • Magazzini
  • Capannone per la mischia e l’apertura
  • Centrale elettrica
  • Villa padronale
  • Case operaie
  • Ex asilo Maria Zopfi Aebli

Link alla scheda lombardiabeniculturali


Sotto il Monte Giovanni XXIII  fraz. Catolari, Filanda da seta,  incrocio Via Catolari con via Fumagalli  – FILANDA – epoca di costruzione 1902

 

La filanda si presenta come un corpo unico a T. Attigua allo stabilimento la villa padronale con una torretta sul lato sinistro.
Per l’energia elettrica si sfruttavano le acque del torrente Budiga ora ridotto a un semplice rigagnolo.

Poco più a monte sulla via Catolari in direzione Pratolongo si affaccia il corpo dimezzato di una vecchia filanda ora adibito ad abitazione.


Vertova Cotonificio Schoc  poi Cotonificio Bustese, poi Vertotex , Via Cinque Martiri 1- COTONIFICIO – epoca di costruzione 1893;1915

 

Il cotonificio nasce nel 1888 su una preesistente fabbrica per la tessitura (Radici di Gandino) ed impiega 600 telai. Nel 1915, in seguito a una crisi produttiva, il Cotonificio Bustese subentra nella gestione della fabbrica. I vecchi edifici vengono sostituiti con altri più moderni: la tessitura impiega 1000 telai, e vengono costruite due case operaie in via IV Novembre 55-57.
Nel 1935 lo stabilimento viene ampliato con la costruzione di nuovi fabbricati.

A. Cotonificio (1915). In origine su due piani con porta e finestre ad arco, decorazione in pietra a bugnato.
B. Cotonificio (1915). In origine su due piani, con finestre rettangolari reticolate.
C. Cotonificio (1915). Su un piano, con finestre rettangolari reticolate, copertura a shed.
D. Villa padronale su tre piani (1893), con porta ad arco, tetto a falde e balconi in ferro battuto, sui quali è riportata l’iniziale della famiglia Schoc.
E. Refettorio e casa del custode su due piani (1915), con balconi e decorazioni in pietra.
F. Convitto su tre piani (1893).


Villa d’Ogna Manifattura Festi Rasini Spa, Via Rasini 137  – COTONIFICIO – epoca di costruzione dal 1899 al 1925 e successive ristrutturazioni
Esistente, parzialmente convertito in outlet

 

L’azienda viene costituita nel 1889 dal conte Giovanni Festi e il commendatore Cesare Rasini, e tra i soci compaiono i nomi di alcuni tra i più importanti imprenditori tessili lombardi, tra cui Francesco Turati, Cristoforo Crespi, Luigi Erba, Carlo Caprotti e Giulio Güttinger, Felice e Antonio Fossati, oltre alla Banca Generale. Lo stabilimento sorge al posto di una vecchia cartiera, di cui si poteva sfruttare l’impianto idraulico per la produzione di energia. Già nel 1891 lo stabilimento possiede 8.000 fusi e dà lavoro a un centinaio di operai. Dieci anni più tardi, sostenuta dalla grande domanda di prodotti in cotone, la società diventa la terza produttrice regionale dietro solo al cotonificio Cantoni e alla Crespi. Il processo di espansione porta all’acquisizione di una partecipazione nella Reggiani, azienda attiva nel candeggio di tessuti, ma soprattutto all’inaugurazione nel 1902 di un secondo impianto a S. Giovanni Lupatoto nel Veronese, che negli anni Trenta arriverà ad occupare oltre mille operai. Superata la crisi del 1908-11 che colpisce il settore tessile, con conseguente diminuzione dei prezzi e saturazione del mercato, nel 1915 la ditta diventa un’importante fornitrice dell’esercito. Il successo porta a Villa d’Ogna un gran numero di operai: nel 1940 erano 1400, e la popolazione residente arriva a 1908 persone nel 1941. Si realizzano case alloggio per i dipendenti, il convitto per le operaie residenti in altri paesi, l’asilo infantile e la scuola elementare.
Negli anni ‘70 la fabbrica viene occupata dagli operai, e l’azienda rimane aperta grazie all’intervento del comune di Villa d’Ogna, della provincia di Bergamo e della Camera di commercio di Bergamo, i quali ne rilevano il controllo fino al 1979, quando ritorna in mani private.
Nel 2011 l’azienda chiude definitivamente.

  • Capannoni per la filatura e la tessitura (anni Venti): due o tre piani con rivestimento esterno in finto bugnato, copertura a shed.
  • Case per i dipendenti di varie tipologie
  • Centrale elettrica su due livelli collocata lungo il canale di derivazione del fiume Serio
  • Casa padronale
  • Asilo e scuole elementari a due piani

 

Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre 2020 [cm]