Lombardia Beni Culturali
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<Carta finis et refutationis>

1153 settembre.

I fratres dell'ospedale di S. Giacomo al Restocano, alla presenza dell'arcivescovo Oberto, cedono ai canonici di S. Ambrogio ogni diritto sul loro ospedale.

Notizia, Giulini, Memorie, III, p. 407; VII, p. 118; Savio, Milano, p. 508.

Il Giulini, parlando degli avvenimenti del 1153, avvertiva: «L'Archivio dei canonici di S. Ambrogio ci ha conservato l'istrumento, col quale i frati spedalieri di S. Giacopo al Restocano, nel mese di settembre alla presenza dell'arcivescovo Oberto, rinunziarono a quegli ecclesiastici ogni ragione sopra del loro spedale» (Memorie, 111, p. 407).
Del documento rimane solo questo breve cenno dello storico milanese, da cui dipende il Savio: l'atto, infatti, di cui non si ha l'originale, non compare neppure tra quelli trascritti dal Della Croce, ne è ricordato nel manoscritto dell'Archivio capitolare santambrosiano contenente l'elenco. sia pure non completo, dei beni della canonica. Presso l'Archivio di Stato di Milano è però conservato l'originale di un altro documento del settembre 1152, nel quale era invece Martino, allora preposito di S. Ambrogio, che, alla presenza dell'arcivescovo Oberto, rinunciava ad alcuni diritti della canonica sull'ospedale di S. Giacomo (ASMi, AD, pergg., cart. 303, n. 73). La rinuncia di Martino fu trascritta dal Della Croce (I, 8, f. 40rv); inoltre, sotto la rubrica Restocanum, nell'elenco dei beni della canonica viene citato un documento del settembre 1152 (Jura Capituli, f. 311v). Di quest'ultimo documento non si trova però cenno nel Giulini. Si potrebbe quindi pensare che in realtà il documento di rinuncia fosse uno, quello del 1152 di cui possediamo l'originale, e che il Giulini, citandolo, sia incorso in una svista: anche uno storico preciso come lui può senza dubbio aver commesso un errore materiale nel riportare una data. Riesce però difficile credere che egli abbia completamente frainteso il contenuto del documento. L'ipotesi che effettivamente esistessero due atti successivi riferenti si alla chiesa e all'ospedale di S. Giacomo parrebbe inoltre avere parziale conferma dalla bolla che il 15 agosto 1181 il papa Alessandro III indirizzò al preposito di S. Ambrogio, Nazario, e ai suoi confratelli. In essa il pontefice, dopo aver accolto la chiesa sotto la protezione di S. Pietro, ne confermava i possessi, i diritti e i beni: tra questi era anche ricordato l'hospitale Sancti Iacobi de Ristocano (Pflugk-Harttung, Acta, III, nr. 316, pp. 287-288).
Il Restocano è in parte identificabile con il fontanile Restocco, che, ancora all'inizio del nostro secolo, prima cioè che la città estendendosi alterasse l'idrografia della zona, scorreva ad Ovest di Milano, da Cascine Maiera fino al Naviglio, dove si gettava poco prima di Ronchetto (v. sopra Introduzione). Il Liber notitiae, 172 B, ci informa che il san Giacomo al quale erano dedicati l'ospedale e la chiesa, era Giacomo Zebedeo. L 'indicazione della chiesa Sancti Iacobi Zebedei Ratochanum, segue qui immediatamente un'altra località posta in pieve di Bruzzano; ma altrove lo stesso Liber notitiae, 262 B, indica un altare di S. Maria posto nella chiesa di S. Giacomo ad Ristochanum, subito dopo un altro altare di Baggio, nella pieve di Cesano Boscone. Questa seconda informazione, appoggiata dalla ubicazione del fontanile Restocco, è evidentemente quella giusta. Una più precisa localizzazione della chiesa e dell'ospedale riesce difficile. Si può tuttavia ricordare che negli Statuti di Milano del 1346, nella descrizione della strada di S. Pietro all'Olmo alla fine del borgo di Porta Vercellina zoe alla stretta per la qual se va a Cassino, si nominavano insieme le cassine de San Si ala Vedra, le cassine Bolgorini, le cassine de San Iacomo a Restocano, le cassine de Monaste Bocheto (Statuti, p. 350). Si può quindi pensare che S. Giacomo al Restocano fosse in qualche modo collegato con la strada che, muovendo da Porta Vercellina, passava per S. Pietro all'Olmo, e fosse situata non troppo lontano da S. Siro. Un elemento di appoggio a questa supposizione può essere costituito dalla notizia che, almeno fino al 1904, in vicinanza di Cascina Basciana, sulla strada che da Porta Magenta conduceva a Quarto e Quinto, esisteva una villa Restocco (Riboldi, I contadi, pp. 48-49).
L'arcivescovo Oberto, presente alla rinuncia dei fratres di S. Giacomo, è Oberto da Pirovano, che, eletto arcivescovo di Milano nel 1146, morì a Benevento nel 1166. (Su Oberto da Pirovano manca ancora uno studio. Notizie e osservazioni sulla fase finale di questo interessante episcopato, e sulla posizione di Oberto di fronte a Federico I, in Cattaneo, Galdino della Sala, pp. 360-363). Per la famiglia da Pirovano, v. Doc. 63, n. 1.

Edizione a cura di Annamaria Ambrosioni
Codifica a cura di Gianmarco Cossandi

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