comune di Lovero sec. XIV - 1797

Comune del terziere superiore della Valtellina, appartenne alla pieve di Mazzo. Il toponimo si trova citato in una bolla del 21 marzo 1178 con cui il papa Alessandro III conferiva al monastero di San Simpliciano di Milano i privilegi e le donazioni ricevuti dall’imperatore Enrico IV nel 1081, da Lotario II nel 1137 e da Federico I nel 1152 in Lombardia, tra cui decime dei distretti di Lugario (Lovero), Sudri (Sondrio), Pristino (Tovo), Grosio, e Veddo di Dubino.
Nel XIII secolo, Lovero fu sotto la signoria dei Venosta; è ipotizzabile che le strutture del comune, sorto verosimilmente verso la fine del XIII secolo, si siano consolidate nei primi decenni del XIV secolo: nel 1350 un console di Lovero, Berto di Santa Maria, partecipava ad un sindacato a Tirano per l’elezione di un procuratore (Pedrotti 1957); nel 1335 (statuti di Como 1335) figurava come “comune de Loari”.
In una riunione di vicinanza del 1500 comparvero 96 capifamiglia di Lovero e alcuni deputati per la nomina di messi e procuratori.
Nel 1520 il comune, la cui prima vicinia si sviluppò probabilmente attorno alla contrada di Santa Maria Maddalena, era suddiviso in contrade delle quali le principali erano Santa Maria Maddalena, de Carate, de Iudicibus, de Venosta, de Castellazio, de Nova, de Beccaria.
Nel XVII secolo, la struttura del comune era meglio precisata: Lovero era diviso in sei contrade o colondelli: 1) colondello di sotto, o Castellaccio; 2) colondello di mezzo, comprendente de Carate, Giudice, Beccaria, sede del comune; 3) colondello Venosta; 4) colondello superiore, presso la chiesa di Sant’Alessandro; 5) colondello di fuori, a valle della chiesa di Santa Maria Maddalena; 6) colondello di Santa Maria Maddalena (Sosio 1988).
Non sono stati conservati gli ordinamenti comunali di Lovero, che devono comunque essere esistiti, come si può desumere dai documenti contabili conservati: erano certamente conformati agli statuti di Valtellina del 1531. Assemblea plenaria dei capifamiglia di Lovero era la vicinanza, che si riuniva per la discussione e approvazione delle decisioni di maggior rilievo nella vita della comunità, come la nomina dei cappellani e dei parroci, e la definizione delle controversie per il pagamento delle decime.
Figura di rilievo era quella del decano, che rappresentava la comunità nei consigli di terziere, presiedeva i consigli del comune ed era responsabile durante il suo mandato della gestione finanziaria della comunità, oltre che mediatore nei negozi e convenzioni con la chiesa.
Organo deliberante del comune era il consiglio, coadiuvato da sindaci e procuratori per la gestione e trattativa degli affari economici.
Il consiglio provvedeva all’elezione degli agenti della comunità, cioè stimatori; arbostari; canepari; saltari, che svolgevano anche compiti di messi e provvedevano alla convocazione della vicinanza su mandato del decano; della stesura e sottoscrizione degli atti della comunità era responsabile l’attuario, o notaio; i deputati alle chiese rappresentavano la comunità negli affari inerenti i rapporti con la parrocchia, ad esempio nelle controversie attinenti il pagamento delle decime.
Ogni contrada era amministrata da due agenti, i quali alla fine di ogni anno davano ragione dei propri conti ad una giunta costituita da sindaco e due consiglieri, che a sua volta rendeva edotta la popolazione in pubblica assemblea.
I confini tra Lovero e Tovo furono stabiliti tra il 1501 e il 1502 e con un successivo compromesso nel 1523 (Cavallari 1957); i confini territoriali con Sernio furono oggetto di liti e controversie di cui rimane testimonianza in un documento del 1437 redatto dal notaio Tognolino di Serono figlio di Ambrogio di Sernio e conservato presso l'archivio parrocchiale di Lovero; quelli con Cortenedolo furono stabiliti con un documento del 28 agosto 1501 dei notai Giovannino Nivola di Como abitante a Lovero e Giuliano de Candis di Curteno parimenti conservati presso l'archivio parrocchiale di Lovero (Sosio 1988; Inventario Lovero 1999).
Dal 1598 Lovero costituì parrocchia di nomina popolare. La comunità di Lovero nel 1589 contava circa 230 fuochi (Visita Ninguarda 1589-1593), nel 1624 1.039 abitanti (Perotti 1992 a), nel 1797, infine, 673 abitanti (Massera 1991 a).

ultima modifica: 09/01/2007

[ Saverio Almini ]