consiglio dei XXXVI sec. XII - 1797

Per la trattazione dei casi più importanti nella vita della comunità di Tirano si riuniva il consiglio dei XXXVI, consiglio del comune allargato ai membri dei consigli dei due anni precedenti. Nel giorno di Santo Stefano, il consiglio allargato procedeva all’elezione del decano, che rappresentava la comunità e presiedeva il consiglio, provvedeva le spese necessarie, dava esecuzione ai deliberati, ed era scelto a turno tra nobili e vicini; fin dal 1283, infatti, appare consolidata in Tirano la distinzione tra le due classi sociali che si divisero in modo paritario l’onere dell’amministrazione fino alla fine del XVIII secolo: i nobili, poi detti gentiluomini, e i vicini, poi detti contadini.
Sempre prerogativa del consiglio dei XXXVI era la nomina del parroco (il comune di Tirano aveva lo iuspatronato sulla chiesa prepositurale di San Martino); dei revisori dei conti; del procuratore; dei sovrastanti al lavorerio dell’Adda, cioè dei responsabili delle riparazioni dei danni e della manutenzione sul fiume.
Il consiglio deliberava “intervenendo la pluralità dei voti” sulle innovazioni e riforme dei capitoli degli statuti, sulle spese superiori ai cento scudi, e agiva anche derogando ai capitoli, se “più giovevole alla pace e utile pubblico”; adottava i provvedimenti necessari in occasione di controversie tra comunità e privati, appaltava i bettolini, autorizzava il taglio dei priài (tronchi, generalmente di conifera, per la costruzione delle priale), fissava le tasse per i macellai, poteva condonare le pene inflitte ingiustamente ai saltari accusati indebitamente di essere poco solerti.
Il comune di Tirano dava ordinariamente in appalto (incantava) la misura della brenta, i boschi, l’osteria, le panetterie, la beccaria (Marconi 1990).

ultima modifica: 09/01/2007

[ Saverio Almini ]