consiglio ordinario segreto sec. XV - 1797

Organo di governo del comune di Chiavenna preposto alle questioni di carattere ordinario era il consiglio ordinario segreto, che veniva convocato dal console con avvisi personali ai consiglieri, racapitati dal servitore o ostiario della comunità, si riuniva nella casa del console e dal 1714 nella sala dei consigli. Era formato da sedici consiglieri e da un cancelliere, retto dal console; dai due consoli di giustizia, scelti dal consiglio generale; da due sindaci che rappresentavano il comune nella stipulazione dei contratti; da due provisionari, in carica per un biennio, subentrandone uno ogni anno, con il compito di vigilare perché nel comune ci fosse abbondanza di generi di prima necessità e di fissare il prezzo delle vettovaglie che si vendevano al minuto; da due “uomini di consiglio”, con il compito, poi abbandonato, di contare e controllare le bestie che pascolavano nel piano di Samolaco perché non ci fosse frode nel pagamento dell’erbatico; da due consiglieri delle vicinanze, uno della frazione di Bette e l’altro a turno delle tre frazioni di Crotti e Meina, Pianazzola, Dragonera; dai quattro consiglieri della giunta ordinaria, scelti per antica consuetudine tra i gentiluomini del borgo. Il cancelliere o notaio, nominato ogni anno nella seduta del 31 dicembre del consiglio generale, doveva essere soggetto idoneo e versato negli affari della comunità, avendo il compito di verbalizzare tutti gli atti stabiliti nei consigli. L’elezione dei deputati del consiglio ordinario segreto, valevole per due o tre anni, era parimenti effettuata nella seduta del 31 dicembre del consiglio generale, per votazione o deputazione, e veniva ratificata dal consiglio generale il 1 gennaio. I consiglieri della giunta ordinaria si eleggevano invece a voce.
Nella prima riunione il consiglio ordinario segreto era chiamato alla nomina di ventiquattro consiglieri, sei per ogni quartiere, che aggiunti ai sedici del consiglio segreto e agli altri due consiglieri delle vicinanze formava il consiglio della giunta straordinaria. Spettava al consiglio ordinario dare in incanto le proprietà comunali, decidere l’esecuzione di opere pubbliche, preparare gli estimi, e in generale decidere i provvedimenti di spesa e di ordine pubblico che in seguito sarebbero stati oggetto di trattazione nei consigli generali.
A differenza del consiglio generale, la validità del consiglio ordinario era condizionata alla presenza dei due terzi dei consiglieri.

ultima modifica: 09/01/2007

[ Saverio Almini ]