comunità di Malenco sec. XIV - 1797

La prima chiesa della valle, fondata dai Capitanei di Sondrio, è citata in un registro dei censi del 1192 come ecclesia Sancti Jacobi de Vallemalenco.
Sul finire del XII secolo Malenco era una vicinia del comune di Sondrio con un decano “in antea”, avente, probabilmente, anche compiti militari. L’esistenza della Valmalenco come squadra unitaria all’interno del comune di Sondrio è testimoniata da un consiglio generale dei rappresentanti di Sondrio datato 9 aprile 1308. Successivamente, la squadra venne denonimata di Rovoledo (odierna Mossini) e Malenco; dalla seconda metà del XIV secolo questa squadra si divise in “foris” e “intus” (intus era la parte malenca) e partecipava, con diritto ad un voto, ai consigli della comunità di Sondrio. In età viscontea, la comunità di Malenco partecipava ancora unitaria ai consigli della comunità di Sondrio, ma nella propria zona di competenza aveva diritto di eleggere un anziano, riscuotere le decime, imporre taglie in base all’estimo per pagare le spese (regolando così in modo indipendente la gestione dell’economia di valle), nominava propri esattori ed emanava gride. Tali facoltà erano in possesso di ogni singola quadra in cui si suddivideva a sua volta la valle: ogni quadra al suo interno poteva tenere i propri conti particolari ed eleggere il proprio consigliere che una o più volte l’anno partecipava al consiglio della valle di Malenco.
La divisione in quadre della Valmalenco era forse già stabilizzata nel 1447, anno in cui è menzionato il primo anziano di valle, Giovannolo della Ganda, come risulta da un atto conservato presso l'archivio parrocchiale di Lanzada. Il consiglio della valle si radunava in seduta ordinaria (generalmente in gennaio o febbraio) per verificare i conti delle diverse quadre e per eleggere l’anziano, scelto a turno tra di esse.
Un arbitrato del 22 settembre 1544 rogato da Tomaso Chiesa venne a regolamentare l’uso, fino ad allora promiscuo, delle alpi, suddividendone la proprietà con le rispettive pertinenze tra le quadre: erano allora elencate le quadre di fuori (Piatta, Dosso, Maioni, Triangia con Moroni) e quelle di dentro (Bondoledo-Melirolo-Campo, Chiesa, Lanzada, Caspoggio) (Toponimi, Caspoggio; Toponimi, Chiesa; Toponimi, Lanzada). Le quadre erano costituite da contrade e da un territorio delimitato da confini naturali: Bondoledo da Torre, Pizzi, Musci, Bianchi, Sciolini, Voladri, Tornadù; Campo (o Ciappanico) da Campo, Ciappanico, Conti, Sant’Anna, Basci; Milirolo da Romegi, Milirolo, Tona, Cristini, Dagua e contrade limitrofe, Zarri; Chiesa (o San Giacomo), composta dalle quindici contrade di Chiesa e dalla Valle di Chiareggio; Caspoggio da Albertazzi, Caspoggio, Negrini, Bricalli; Lanzada da Lanzada, Moizi, Ganda, Vetto, Tornadri.
Nell’atto del 1544, all’attribuzione in proprietà erano associati alcuni obblighi come la servitù di pascolo a favore degli abitanti delle quadre che possedevano maggenghi (”curade”) nei pressi degli alpeggi di altre quadre, e i diritti di raccolta della legna, del fieno e dello strame nelle terre delle quadre su cui insistevano gli alpeggi di altrui proprietà. Nel 1621 venne pure regolamentata tra le quadre la manutenzione dei ponti. Contenziosi, anche gravi, sulle proprietà territoriali delle quadre si ebbero però sempre, fino agli inizi del XIX secolo (Benetti, Guidetti 1990).
Organi delle quadre erano l’assemblea dei capifamiglia (organo deliberante) e il consigliere (organo esecutivo), che era membro del consiglio della valle di Malenco. Le assemblee fissavano la data di monticazione del bestiame, regolavano le modalità del pascolo, stabilivano le opere di miglioria da effettuarsi con il lavoro comunitario, come la manutenzione dei sentieri, ristrutturazione e costruzione di fabbricati, pulizia dei pascoli, concimazione.
Il consiglio della valle era l’organo preposto all’amministrazione della Valmalenco, e veniva rinnovato ogni anno. Era composto da sette membri: sei consiglieri (uno per ciascuna quadra, eletti nell’assemblea dei capifamiglia delle quadre) più un anziano, scelto dai consiglieri.
L’anziano era il capo esecutivo della Val Malenco ed era l’organo di amministrazione locale più elevato in grado. La carica era tenuta a rotazione dalle sei quadre secondo l’ordine seguente: Lanzada, Chiesa, Caspoggio, Campo, Lanzada, Chiesa, Bondoledo, Milirolo. Lanzada e Chiesa avevano la carica due volte in otto anni perché erano ai primi due posti nella graduatoria dell’estimo e del focatico (Benetti, Guidetti 1990).
La comunità di Malenco nel 1589 raggruppava le 20 famiglie di Torre, 100 di Chiesa, 110 di Lanzada, 60 di Caspoggio (Visita Ninguarda 1589-1593), nel 1624 Torre contava 800 abitanti, Chiesa 1.083, Lanzada 500 (Perotti 1992 a), nel 1797, infine, la Valmalenco aveva 3.040 abitanti complessivi (Massera 1991 a).

ultima modifica: 09/01/2007

[ Saverio Almini ]