podestā di Teglio sec. XII - 1512

La massima carica nella castellanza di Teglio era quella del podestā, non elettiva, ma di nomina spettante all’arcivescovo di Milano fino al XIV secolo, in seguito al duca di Milano. In essa si compendiavano i compiti onorifici di rappresentanza e l’effettivo disbrigo degli affari pių delicati, tra cui l’esercizio della giustizia su tutti gli abitanti. Il podestā doveva prestare giuramento di fedeltā al signore e agli statuti di Teglio, che egli si impegnava ad applicare, rispettare e difendere. Il podestā aveva funzione di giudice unico di primo grado in campo civile e criminale, aveva potere di controllo sugli altri ufficiali e competenze in campo amministrativo; dirigeva e presiedeva i lavori dei consigli; era sua spettanza, con largo margine di discrezionalitā, avviare le indagini e le inchieste su crimini presenti e passati, su richiesta o denuncia di parte ovvero d’ufficio. La carica era biennale o annuale, con possibilitā di rinnovo. Il podestā aveva l’obbligo della residenza e di farsi rappresentare da un vicario o rettore in caso di assenza; doveva infine essere un estraneo che non avesse nella castellanza nč parentele nč interessi. Il podestā doveva pronunciarsi nel rispetto degli statuti comunitari, ai quali doveva giurare fedeltā all’atto del suo ingresso in carica.

ultima modifica: 09/01/2007

[ Saverio Almini ]