collegio alle liti 1519 - 1797

Con deliberazione del 4 dicembre 1519 il consiglio maggiore di Bergamo decise di istituire il collegio alle liti, organo regolamentato esclusivamente dalle deliberazioni dei consigli. Composto da quattro membri, (deputati alle liti), il collegio godeva di un “pieno, libero, generale e speciale mandato” e dello stesso potere e autorità del consiglio maggiore in tutte le cause nelle quali fosse parte la città, come attore o come convenuto, dovendo inoltre attendere alla esecuzione delle relative sentenze. Il 15 febbraio 1587 il consiglio maggiore completò la normativa: il numero dei deputati venne portato a cinque, eletti tra quanti risultavano essere “cives prudentes”, talvolta scelti all’interno dello stesso consiglio maggiore; la durata della carica venne fissata in tre anni e nel corso dell’ultimo anno il consiglio maggiore doveva procedere alla riconferma di due e alla elezione di tre nuovi deputati.
I deputati alle liti avevano il compito di “vedere e considerare lo stato e le raggioni di tutte le cause” della città; portati i risultati delle loro consultazioni e deliberazioni in consiglio maggiore, dovevano eseguire le decisioni consigliari; il consiglio minore fissava di volta in volta l’emolumento spettante all’intero collegio o ai singoli deputati “havendo respetto alle fatiche che…haveranno fatte”.
La deliberazione dispose inoltre che in futuro i deputati avrebbero dovuto presentare una relazione giurata dopo aver “diligentemente vedute le scritture” delle cause che si volevano sostenere o di quelle che si intendevano “favorire per nome di essa magnifica città”, prima di poter “mover alcuna lite…accettar la protezione di alcuna causa”; analogamente si procedeva prima che la bina potesse scrivere al nunzio a Venezia o a quanti vi difendessero cause pubbliche o private. In quest’ultimo caso, i deputati potevano ricevere l’emolumento spettante per la visione delle scritture direttamente dalle parti in causa (AC Bergamo, inventario Archidata).

ultima modifica: 19/01/2005

[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]