consiglio generale 1596 - 1797
Il consiglio generale, o università, eleggeva due sindaci che affiancavano il console nell’amministrazione del comune (Da Lezze 1596). Nei “Capitoli” del Moroni, si ribadì che la decisione di iniziare vertenze spettava al consiglio generale nel quale fossero presenti più dei due terzi degli aventi diritto e con maggioranze dei due terzi dei presenti. Al consiglio spettava l’elezione di tutte le cariche comunali, fra cui quella dei membri del consiglio dei dodici, che doveva avvenire nella riunione del mese di dicembre, dei due deputati alla resa dei conti, del cancelliere e dei sindaci dei luoghi pii e della chiesa, la cui gestione doveva rimanere distinta nettamente da quella comunale. La convocazione del consiglio era compito del cancelliere, che doveva far conoscere, almeno quattro giorni prima della riunione, gli argomenti che sarebbero stati discussi affiggendo una nota sulla pubblica piazza.
A differenza di quanto avveniva altrove, i “forestieri” dopo soli quattro anni dalla loro venuta avevano diritto sia all’elettorato passivo che a quello attivo. Venne, infine, ordinato che si procedesse all’incanto annuale della carica di tesoriere, al quale era demandata l’amministrazione finanziaria del comune.
ultima modifica: 27/10/2002
[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]
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