pieve di San Lorenzo sec. XII - sec. XVIII

Pieve della diocesi di Como. Il documento più antico che accenna alla posizione di rilievo occupata da Villa nell'ambito della giurisdizione ecclesiastica della Valtellina si trova in un atto rogato nel 1120, nel quale è contenuta la decisione del vescovo di Como di affidare ai monaci benedettini di San Carpoforo la chiesa di San Romerio in Val Poschiavo, fatti salvi i diritti dell'arcipretura di Villa (Garbellini, Marconi 1999). La chiesa dei Santi Remigio (o San Romerio o Romedio) e Pastore appare esistente già nell'ultimo quarto dell'XI secolo e risulta dagli atti che, già da allora, fosse alla stessa annesso un piccolo convento-xenodochio nel quale dimoravano pochi monaci. Analogo convento-ospizio esisteva anche in prossimità della chiesa di Santa Perpetua, della quale si hanno notizie certe solo dal tardo XII secolo. Le due chiese si trovavano nel territorio della pieve di Villa (Garbellini, Marconi 1999). Secondo le memorie del canonico Francesco Torelli, il primo arciprete della pieve di Villa di cui si ha notizia è un certo Pietro, citato in un documento datato 1 agosto 1202 e ricordato anche dal Quadrio (Garbellini, Marconi 1999; Visita Ninguarda 1589-1593, note; Quadrio 1775-1776). Santo Monti, nelle note agli atti della visita pastorale del vescovo Feliciano Ninguarda, riprendendo probabilmente il Quadrio, afferma che Stazzona era stata la più antica sede plebana, poiché vi aveva la residenza l'arciprete di Villa. In seguito, a causa dello stato di decadenza del luogo per i continui straripamenti dell'Adda, l'arcipresbiterale fu trasferita a Villa (Visita Ninguarda 1589-1593, note; Quadrio 1775-1776). Alla chiesa arcipresbiterale, dedicata a San Lorenzo, erano soggette le terre di Stazzona e Bianzone e le parrocchie di Tirano, Poschiavo e Brusio. Dal XV secolo in poi, Stazzona, sede dei Lambertenghi, facoltosa famiglia nobile subentrata per importanza e prestigio ai Capitanei, tornò a essere il centro della stessa pieve, dopo un periodo di residenza dell'arciprete a Tirano, mentre Villa attraversava un periodo di generale decadenza (Visita Archinti 1614-1615, note; Visita Landriani 1444-1445, note).
La chiesa di San Lorenzo alla fine del XIII secolo era officiata da un collegio canonicale composto da quattro canonicati e dall’arciprete; nella pieve esisteva una chiesa a Stazzona nella quale officiava un chierico (Perelli Cippo 1976). Dagli atti della visita pastorale compiuta dal vescovo Gerardo Landriani nel 1445 si desume che il collegio canonicale era composto dall’arciprete e da tre canonici non residenti; una delle prebende canonicali assommava a 4 fiorini al computo di soldi 32 imperiali per ogni fiorino, mentre le altre prebende avevano rendite inferiori (Visita Landriani 1444-1445). La chiesa di San Lorenzo martire di Villa di Tirano fu riconosciuta come collegiata plebana con bolla di Pio IV il 18 giugno 1561 (Visita Ninguarda 1589-1593, note).
Nell'elenco del clero allegato agli atti del sinodo comense convocato nel 1565 dal vescovo Gianantonio Volpi nella pieve di Villa figurano l’arciprete della chiesa di San Lorenzo e i rettori delle chiese di San Vittore di Poschiavo, Santissima Trinità di Brusio, San Martino di Tirano, Sant’Abbondio di Stazzona, San Siro di Bianzone (Sinodo Volpi 1565).
Risulta dagli atti della visita pastorale compiuta dal vescovo Feliciano Ninguarda nel 1589 che nella pieve di Villa il collegio canonicale era sempre composto da tre canonici, non residenti, escluso l’arciprete. Nella pieve sorgevano le chiese di San Bernardo; Santa Maria della Neve; Santi apostoli Giacomo e Filippo; Santa Cristina, tutte nelle vicinanze di Stazzona; Sant’Antonio abate nella frazione Zocola; San Rocco nella frazione Muschia; Beata Vergine Maria di Bianzone; San Martino vescovo, nel territorio di Bianzone; San Bernardo abate di Bratta; Santa Maria di Tirano, occupata da luterani; San Rocco di Tirano; Santissima Trinità di Cologna; Santi Giacomo e Filippo e Sant’Adalberto, nel territorio di Tirano; San Pietro martire e Santa Marta di Baruffini; il santuario della Gloriosissima Vergine Maria di Tirano a cui risultava aggregata la chiesa di Santa Perpetua; San Romerio sul lago di Poschiavo; Sant’Agata di Brusio; San Nicolò vescovo nella frazione Hain; San Bernardo abate, nella frazione Beda; le chiese dell’Assunta, San Pietro apostolo, San Martino vescovo, San Sisto papa e martire, Sant’Antonio abate, San Rocco tutte nel territorio di Poschiavo e occupate da luterani; San Sebastiano nelle vicinanze di Poschiavo; San Giacomo apostolo nella località Pisciarello; le “ecclesiae curatae” o “vicecuratae” di Sant’Abbondio di Stazzona; San Martino vescovo di Tirano; le “ecclesiae parochiales” di San Siro di Bianzone; Santissima Trinità di Brusio; San Vittore martire di Poschiavo. Il rettore della “ecclesia curata” di San Martino vescovo di Tirano, prima della visita del vescovo Feliciano Ninguarda fungeva da vicario dell’arciprete di Villa, ma aveva avanzato delle richieste per poter svolgere autonomamente l’ufficio di “parochus” di Tirano. Al fine di sedare il contrasto tra Villa e Tirano, il Ninguarda dispose l’erezione della chiesa di San Martino in parrocchia. Nella comunità di Tirano e soprattutto in quella di Poschiavo erano segnalati i nuclei più numerosi di riformati (Visita Ninguarda 1589-1593).
Nel 1614, all’epoca della visita pastorale del vescovo Filippo Archinti nella pieve di Villa, la chiesa collegiata plebana di San Lorenzo aveva un collegio canonicale composto sempre da tre canonici, di cui solo uno residente, e dall’arciprete, che risiedeva a Stazzona (Visita Archinti 1614-1615). Nel corso del XVII secolo furono erette le parrocchie di Baruffini (1638), Stazzona (1640), Cologna (1656), Santa Cristina nella località omonima (XVII secolo).
Per tutta l’epoca post-tridentina, e in pratica fino agli inizi del XX secolo, il termine pieve venne usato quasi esclusivamente per indicare una circoscrizione territoriale, coincidente con l’originaria giurisdizione della chiesa plebana, dalla quale nel tempo si vennero distaccando i centri minori con la costituzione di nuove parrocchie. Su tale base territoriale si venne a sovrapporre, ma non sempre a coincidere, la struttura vicariale, di valenza più marcatamente istituzionale. Spettava ai vicari foranei, infatti, presiedere le congregazioni dei parroci. Alla metà del XVII secolo risultava costituito un vicariato esteso sulle tre giurisdizioni costituenti il terziere superiore della Valtellina, cioè la pieve di Teglio, le pievi di Villa, di Tirano e il contado di Poschiavo, la pieve di Mazzo, ciascuna delle quali coincideva con una "congregatio"del clero; la “congregatio secunda” coincideva con la pieve di Villa e comprendeva, oltre alla collegiata arcipresbiterale di San Lorenzo, le parrocchie di Stazzona, Bianzone, Baruffini, Poschiavo, Brusio e la collegiata di San Martino di Tirano (Ecclesiae collegiatae 1651). Nel corso del XVIII il territorio dell’antica pieve di Villa formava un vicariato a sè (Ecclesiae collegiatae 1758; Ecclesiae collegiatae 1794).
Il collegio canonicale di Villa, soppresso alla fine del XVIII secolo, fu ricostituito nel corso del XIX secolo.
La valle di Poschiavo, amministrativamente divisa nei comuni di Poschiavo e Brusio e politicamente unita alla Lega della Casa di Dio fin dagli inizi del XV secolo, fu stata staccata dalla diocesi di Como e unita alla diocesi di Coira il 21 febbraio 1871 (Diocesi di Como 1986).

ultima modifica: 03/01/2006

[ Alessandra Baretta ]