comune di Abbiate Guazzone sec. XIII - 1757

Abbiate Guazzone è citato nel Liber notitiae Sanctorum Mediolani, del XIII secolo, come una delle località della pieve di Castelseprio.
La località appare nella forma “Abià Guazono” negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano e faceva sempre parte della pieve di Castelseprio. Era tra le comunità che contribuivano alla manutenzione della strada di Bollate (Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVIII secolo Abbiate Guazzone risultava ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano).
Sempre nella pieve di Castelseprio venne collocato anche nella relatione Oppizzone, pubblicata nel 1634 (Oppizzone 1634).
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, il comune non risultava infeudato, essendosi redento. La giurisdizione spettava pertanto al giudice regio di Varese, all’epoca Massimiliano Pusterla, cui la comunità pagava 12 lire all’anno. Il console prestava giuramento alla banca criminale dell’ufficio regio. Il comune non disponeva comunque di procuratore né agente a Milano.
Il congresso degli estimati eleggeva un deputato civile, che era uno dei primi estimati; venivano scelti inoltre mediante ballottaggio, da un gruppo di 12 estimati ritenuti più abili, due sindaci, che si interessavano degli affari pubblici sotto la guida del deputato, cui era demandata in particolare la determinazione dei riparti fiscali. L’assemblea eleggeva anche un console. Il cancelliere, la cui retribuzione ordinaria era di 60 lire all’anno, risiedeva in Tradate e si occupava delle scritture pubbliche. L’archivio era conservato in una stanza presa in affitto dalla comunità. Le anime collettabili e non collettabili erano nel comune circa 870 (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3039, vol. D XXII, Como, pieve di Castelseprio, fasc. 1).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]