comune di Cardana sec. XIV - 1757

La località di Cardana, della pieve di Brebbia, citata negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano, era tra le comunità che contribuivano alla manutenzione della strada di Rho (Compartizione delle fagie 1346).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo Cardana risultava ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cartt. 7-8).
Secondo le risposte del 29 dicembre 1750 ai quesiti della giunta del censimento, Il comune era infeudato al conte Giulio Visconti, cui si pagavano annualmente per censo 36 lire.
Non vi risiedevano giudici; il podestà feudale, alla cui giurisdizione era sottoposta la comunità, risiedeva a Gavirate. Al podestà si pagavano ogni anno 6 lire e 8 soldi. Il console del comune prestava giuramento al vicariato del Seprio in Gallarate, col pagamento annuale di 22 soldi e 6 denari.
Non esistevano un consiglio generale né un consiglio particolare, non essendovi altri ufficiali che il cancelliere, il deputato ed il console, che cambiava ogni mese. Per trattare gli affari comuni, il deputato convocava i capifamiglia, alla presenza anche del console e del cancelliere. Questi si riunivano in giorno festivo dopo la messa nella pubblica piazza.
Il comune non aveva patrimonio di alcun genere. L’equità dei riparti pubblici si verificava su richiesta degli interessati.
Il cancelliere, Domenico Fumagallo, risiedeva nel comune e curava la conservazione del libro del catasto, dei riparti annui e delle ricevute dei relativi pagamenti, che erano le sole scritture esistenti.
Le anime collettabili erano 214 e le non collettabili 60 circa (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3035, vol. D XV-XVI, Como, pieve di Brebbia, fasc. 9).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]