comune di Porto sec. XIV - 1757

l comune di Porto faceva parte della pieve di Arcisate. Negli statuti delle strade e delle acque del contado di Milano del 1346 è citato assieme a Besano (Compartizione delle fagie 1346). Nel 1537, secondo un censimento della pieve, aveva solamente 6 focolari, che divennero 15 nel 1606, con 63 abitanti.
Secondo le risposte ai 45 quesiti del 1751 della II giunta del censimento, il territorio, abitato da 188 persone, era infeudato al conte Giulio Visconti Borromeo Arese, al quale annualmente si pagavano 55 lire per il dazio dell’imbottato.
Le funzioni giurisdizionali erano esercitate dal podestà, Giuseppe Viano Beltramini, che doveva risiedere in Arcisate, capo di pieve, dove era posto l’ufficio. Al podestà la comunità pagava 3 lire all’anno e il console portava al suo ufficio le denunzie relative al feudo; per quello che era di competenza del maggior magistrato invece le denunzie venivano portate al regio ufficio di Varese. Il console però non prestava giuramento né all’uno, né all’altro ufficio.
Il comune aveva un consiglio particolare, composto da un sindaco e da un deputato, i quali venivano eletti dal popolo. Ai medesimi erano affidate l’amministrazione e conservazione del pubblico patrimonio e la vigilanza sulla giustizia dei pubblici riparti, ai quali intervenivano, se desideravano, anche i maggiori estimati, unitamente al procuratore generale della comunità eletto. Le elezioni per il rinnovo delle cariche di sindaco e deputato si tenevano nella piazza pubblica, quando si nominava il nuovo esattore.
Vi era un cancelliere che abitava nel borgo di Varese e percepiva annualmente 18 lire e 10 soldi. Le pubbliche scritture si conservavano in una cassetta presso il sindaco e il deputato (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3037, vol. D XIX, Como, pieve di Arcisate, fasc. 9).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]