monastero dei Santi Faustino e Giovita sec. XII - 1786

Monastero benedettino femminile.
Sorse dal trasferimento sulla terraferma dell'omonimo cenobio dell'Isola Comacina, dopo la distruzione di questa ad opera dei comaschi, nel 1169 (Longatti, Xeres 1990, p. 82). Le monache avrebbero ottenuto dall'arciprete di Santa Eufemia di Isola di potersi stabilire presso una preesistente chiesa dedicata a San Giovanni (Annali sacri 1663-1735, II, p. 463).
In occasione della decima papale del 1295-1298 il cenobio, che rientrava nel territorio della pieve di Isola, pagò complessivamente quindici libbre imperiali (Perelli Cippo 1976, pp. 155, 199, 245).
Dagli atti della visita pastorale del 1444 si apprende che vivevano a quel tempo nel monastero l'abbadessa, cinque monache professe e una conversa. Era dichiarato un reddito di circa "sommas viginti bladi, staria sex olei et circa condia octuaginta vini", e si segnalava l'esistenza di beni pignorati in Soriate (pieve di Ardenno) e Campovico, e di altri a Porlezza (Visita Landriani 1444-1445, p. 107).
Nel 1578 il monastero, sottoposto alla "cura" e al "regimen" del vescovo di Como, ospitava tredici religiose (Visita Bonomi, Diocesi, cc. 536v-538r). Nel 1600 le monache erano venticinque, definite negli atti della visita pastorale "ordinis sancti Benedicti Casinensis" (Visita Archinti, Pievi del Lago, p. 154). Nel 1645 vi erano ventidue monache professe, nessuna novizia, quattro converse professe ed una non professa, più tre educande ospiti (Visita Carafino, monasteri, p. 748). I beni del monastero erano localizzati in Bulgorello di Fino, Cermenate, Visgnola di Bellagio, Lezzeno, Genzana di Sala (Sala Comacina), Ossuccio e Lenno, compreso un mulino nella frazione di Masnate (Visita Carafino, Monasteri, pp. 743-746). Nel 1699 si trovavano nel monastero cinquantuno professe e sei converse, più tre educande (Visita Bonesana, Isola-Lenno, fasc. 1, pp. 262-263). L'entrata ordinaria della comunità era di circa 8.990 lire. (Visita Bonesana, Isola-Lenno, fasc. 1, pp. 249-254). Nel 1736 risultavano ventinove religiose professe e nove converse, più cinque educande (Visita Simonetta, Isola-Lenno-Bellagio-Domaso, fasc.1, pp. 329-330). Il monastero aveva un'entrata annua di circa 7.584 lire, che detratte le spese fisse di manutenzione e restauro si riducevano a circa 5.294, ritenute non sufficienti al mantenimento delle monache. Pertanto il vescovo ordinò di non superare il numero di trentacinque stabilito dal settimo sinodo diocesano, o di ricevere novizie soltanto con dote raddoppiata (Visita Simonetta, Isola-Lenno-Bellagio-Domaso, fasc.1, p. 328). Nel 1769 vi erano in tutto 38 religiose e una rendita annuale netta per il loro mantenimento di 5.983, 13. 9 lire (Stato monasteri 1769, diocesi Como). Nel 1778, secondo una tabella elaborata dal ragionato del regio economato, il monastero, che ospitava trenta religiose, aveva una rendita liquida, non comprese le esenzioni di dazi regi e civici, di 16.868, 7. 9 lire. La somma annua spendibile per il mantenimento di ciascuna religiosa era quindi di 544 lire (Taccolini 2000, p. 79).
Il monastero fu soppresso il 15 maggio 1786. Il valore della sua "sostanza liquida" all'epoca fu valutato nel 1791 in 286.646 lire (Taccolini 2000, p. 283-285). Contava ancora ventitré professe e cinque converse (Visita Mugiasca, Isola-Lenno,1767-1782, pp.165-168).

ultima modifica: 12/06/2006

[ Francesco Bustaffa ]