parrocchia di San Giuliano sec. XIV - [1989]

Parrocchia della diocesi di Bergamo. La chiesa è attestata fin dall’altomedioevo, in una permuta del marzo dell’898, in cui alcune proprietà dette "di San Giuliano" comparivano tra le adiacenze delle terre cedute dal vescovo Adalberto ad alcuni privati di Albino (Pergamene archivi Bergamo 1988). Nel 1333, in occasione del mandato del podestà di Bergamo circa la divisione definitiva delle decime episcopali sui territori di Albino e di Bondo, fu decretata la spettanza di un terzo delle stesse alla parrocchia di San Giuliano (Zonca 1991). Tra le fonti di carattere generale, successiva attestazione di una chiesa in Albino, intitolata a San Giuliano, risale al XIV secolo, e in particolare a una serie di fascicoli che registrano le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi. Tra di essi, un’ordinanza del 1360 di Bernabò Visconti riporta dapprima un indice generale ("nota ecclesiarum") delle chiese e monasteri di Bergamo, per poi specificare per ciascuno di essi le rendite e la tassa, nominando di ogni beneficio il titolare. In questa fonte troviamo attestazione della chiesa di Albino, nella pieve di Nembro, con due benefici (Nota ecclesiarum 1360).
Nel 1424, stando a un documento dell’archivio arcipretale di Nembro riportato da Giuseppe Ronchetti, la chiesa parrocchiale di Albino figurava tra le chiese della plebana di Nembro (Ronchetti 1818).
San Giuliano rimase compresa nella pieve di Nembro anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, decretata dal vescovo Cornaro in occasione del II sinodo diocesano di Bergamo del 1568, in ottemperanza alle risoluzioni del primo concilio provinciale del 1565. Tali disposizioni vennero ridefinite nel III sinodo del 1574, negli atti del quale i confini pievani di Nembro risultavano ricalcati dalla nuova circoscrizione ecclesiastica (Acta synodalia bergomensis ecclesiae).
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta nel 1575, nella parrocchiale di San Giuliano di Albino risultavano erette le scuole del Santissimo Sacramento e quella di Santa Croce, entrambe presso l’altare maggiore, la scuola di Santa Maria Elisabetta presso l’altare omonimo, e la scuola dei Santi Sebastiano e Cristoforo, unita con la scuola di San Rocco, presso l’altare di San Sebastiano e San Rocco. Si attestava la presenza entro la circoscrizione parrocchiale di un Consorzio della Misericordia di Santa Maria, di una Compagnia di Carità, e degli oratori di San Gottardo, presso il quale si insegnava la Dottrina cristiana per le donne, di Santo Stefano, presso il quale si insegnava la Dottrina cristiana per gli uomini, e dell’oratorio dei disciplini di San Lorenzo e San Gottardo. Molte chiese comprese entro la circoscrizione parrocchiale di Albino vennero smembrate dalla matrice ed erette in parrocchie autonome. E’ il caso della chiesa di San Benedetto di Vall’Alta, smembrata da Albino ed eretta parrocchiale nel 1831, dell’oratorio di San Salvatore "loci de Ama", smembrato da Albino ed eretto in parrocchia nel 1794 (Pagnoni 1992), dell’oratorio di San Bernardo "loci Amorae", smembrato da Albino ed eretto in parrocchia nel 1754 (Pagnoni 1992), e dell’oratorio di Santa Barbara in contrada di Bondo, smembrato da Albino ed eretto in parrocchia nel 1882. Altre chiese sussidiarie della matrice di Albino, censite all’epoca della visita del Borromeo erano: la chiesa di San Bartolomeo, l’oratorio di San Bernardo "in loco de Busseto", l’oratorio della Vergine Maria sito "in via Nembri", l’oratorio di Santa Maria della Neve, la chiesa della Santissima Trinità, curata dagli scolari di San Lorenzo e San Gottardo, l’oratorio campestre della Concezione di Santa Maria, la cui cura era affidata agli scolari di San Gottardo, l’oratorio campestre di Santa Maria di Loreto, della cui cura si occupavano gli scolari del Santissimo Sacramento, l’oratorio di San Rocco, di cui avevano cura gli scolari di San Sebastiano, San Rocco e Cristoforo (Visita Borromeo 1575).
In occasione della visita pastorale del vescovo Gregorio Barbarigo, avvenuta tra il 1658 e il 1660, la parrocchia beneficiata di Albino risultava compresa nella vicaria di Nembro. Il clero era costituito da un parroco, un coadiutore, ventidue sacerdoti, e sei chierici. Nella parrocchiale risultavano erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario, dei disciplini, del Suffragio, di San Bernardino e della Dottrina cristiana. Entro la circoscrizione parrocchiale esistevano un consorzio della Misericordia e quello della Carità (Montanari 1997).
Secondo quanto si desume dal Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la chiesa parrocchiale collegiata di Albino aveva annesse le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario, del Santissimo Nome di Gesù, e del Suffragio. Vi erano le chiese di Santo Stefano protomartire, officiata dai disciplini, San Lorenzo e San Gottardo officiata dai disciplini battuti, San Bartolomeo, antica parrocchiale. Il Marenzi enumerava gli oratori campestri alle dipendenze della parrocchia: Madonna del pianto, Concezione Immacolata, di ragione dei disciplini bianchi, Madonna di Loreto, San Bartolomeo, Madonna della Neve, Santissima Trinità, di ragione dei disciplini, San Rocco, San Bernardo nella contrata di Bruseto, Santa Barbara nella contrata di Bondo, Salvatore nella contrata di Ama, San Bernardino nella contrada di Amora. Inoltre erano compresi nella circoscrizine parrocchiale i monasteri dei padri cappuccini, delle monache dell’ordine dei carmelitani con la loro chiesa sotto l’invocazione di Sant’Anna, dei carmelitani detti della Ripa, con due chiese dedicate alla Beata Vergine Maria, e un istituto della Misericordia. All’epoca della redazione del suddetto Sommario le anime di Albino erano in numero di 2261, di cui 1589 comunicate (Marenzi 1666-1667).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta nel 1779, il parroco di Albino, secondo la prassi canonica, stese una relazione illustrativa della chiesa prepositurale "sotto il titolo di San Giuliano martire d’Antiochia", registrandovi l’erezione della scuola del Santissimo Sacramento, amministrata da cinque reggenti presso l’altare maggiore, della scuola del Santissimo Rosario, aggregata presso l’altare omonimo "sino dall’anno 1607", e della scuola del Santissimo Nome di Gesù, governata da cinque reggenti presso l’altare omonimo. Vi erano inoltre le confraternite del Suffragio, dei disciplini della Carità, dei disciplini militanti sotto il gonfalone della confraternita di Santa Maria Maddalena, "le quali tre scuole sono erette in oratori fuori della parochiale". L’organico del clero contava, oltre al parroco, altri venti sacerdoti, di cui tredici residenti. Tra costoro, due sacerdoti operavano nelle chiese sussidiarie della parrocchiale; l’uno "capellano dell’Abbadia di Valle Alta", l’altro "capellano della contrada di Fiobio". Altri due chierici e due accoliti affiancavano il servizio dei sacerdoti. Entro la circoscrizione parrocchiale di Albino erano compresi l’oratorio dei Santi Angeli Custodi al cimitero, con annessa la scuola di Santa Maria del Suffragio de’ Morti aggregata all’arciconfraternita di Roma il 26 luglio 1611, la chiesa di San Bartolomeo, la chiesa di Santo Stefano, con annessa la confraternita della Carità de disciplini di abito nero aggregata a quella di Roma l’anno 1607, la chiesa di Santa Croce governata dalla predetta scuola; la chiesa dei Santi Lorenzo e Gottardo, con annessa la confraternita dei disciplini bianchi militanti sotto il gonfalone di Santa Maria Maddalena di Bergamo, la chiesa campestre dell’Immacolata Concezione; la chiesa di Santa Barbara di Bondo, amministrata dai reggenti di quella contrada; la chiesa di San Bernardo di Bruseto, governata da un sindaco; la chiesa della Madonna della Neve di ragione della scuola del Santissimo Sacramento della parrocchiale; la chiesa della Madonna di Petello, diretta da tre sindaci; la chiesa del San Salvatore della contrada di Ama, governata da un sindaco; la chiesa di Loreto, diretta dalla scuola del Santissimo Sacramento della parrocchiale, la chiesa di San Rocco, governata da un deputato della comunità, la chiesa della Santissima Trinità, soggetta alla reggenza dei disciplini di San Lorenzo e Gottardo, la chiesa di Sant’Antonio nella contrada di Fiobbio, amministrata da tre sindaci, la chiesa dell’Abbazia sotto il titolo di San Benedetto, la chiesa dei padri cappuccini sotto il titolo di San Francesco e la chiesa monastica di Sant’Anna. Si attestava l’esistenza di un consorzio della Misericordia. La comunità di Albino contava 2238 anime, di cui 1732 comunicate (Visita Dolfin 1778-1781).
Secondo quanto si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi, contenenti le relazioni dei vicari foranei dal 1734, la parrocchia di Albino risultava compresa nella vicaria foranea di Nembro (Stati del clero 1734-1822).
Entro la medesima fonte relativa all’anno 1861, la chiesa parrocchiale con residenza corale di San Giuliano martire di Albino risultava dipendere dalla vicaria XVI di Nembro. A quest’epoca la comunità contava 2856 anime, ed era retta da un parroco, da tre coadiutori (di cui uno prestante servizio in Bondo e un altro in Fiobbio), un cappellano, un prefetto della residenza e un decano della residenza. La parrocchia aveva alle proprie dipendenze gli oratori della Beata Vergine del Pianto, Sant’Anna, San Bartolomeo apostolo, San Francesco d’Assisi, Beata Vergine Immacolata, Beata Vergine di Loreto, Beata Vergine della Neve, Santo Nome di Maria Vergine, San Bernardo abate, Santa Barbara vergine e martire, San Rocco, Santissima Trinità, Sant’Antonio di Padova e l’oratorio dei Morti (GDBg).
La parrocchia di San Giuliano di Albino rimase compresa nella vicaria di Nembro, fino a quando, con decreto vescovile di Adriano Bernareggi, venne essa stessa eretta a capoluogo di vicaria (decreto 27 maggio 1939).
Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali (decreto 28 giugno 1971), la parrocchia fu annessa alla zona pastorale III, composta dalle parrocchie delle vicarie di Albino, Alzano e Nembro (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, è entrata a far parte del vicariato locale di Albino-Nembro (decreto 27 maggio 1979).
Relazioni:
parrocchia matrice di:
Bondo Petello 1882
Abbazia di Vall’Alta 1831
Ama 1794
Amora 1738
Fiobbio(?) 1882

Compresa in:
pieve di Nembro:
sec. XIV - 1568
vicariato foraneo di Nembro
1568 - 1939
vicariato foraneo di Albino
1939 - 1979
zona pastorale III
1971 - 1979
vicariato locale di Albino-Nembro
1979 - [1989]

ultima modifica: 31/08/2005

[ Roberta Frigeni ]