parrocchia di San Bartolomeo apostolo 1453 - [1989]

Parrocchia della diocesi di Bergamo. Come attestato nel registro censuale redatto sotto l’episcopato Soranzo, la chiesa di San Bartolomeo di Colere, venne eretta parrocchiale per divisone dalla parrocchia di Santa Maria di Vilminore con atto del notaio Giovanni Francesco Salvetti il 22 ottobre 1453 (Censuale Soranzo 1550-1558). E’ attestata con il titolo di parrocchiale nel Libro censuale redatto nel 1464 sotto l’episcopato di Giovanni Barozzi, in cui figurava come di recente smembramento dalla parrocchia di Vilminore (Censuale Barozzi 1464). La chiesa parrocchiale di Colere rimase inserita nella pieve di Scalve anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, decretata dal vescovo Cornaro in occasione del II sinodo diocesano di Bergamo del 1568, in ottemperanza alle risoluzioni del primo concilio provinciale del 1565. Tali disposizioni vennero ridefinite nel III sinodo del 1574, negli atti del quale i confini pievani di Scalve risultavano ricalcati dalla nuova circoscrizione ecclesiastica (Acta synodalia bergomensis ecclesiae). Nel 1575, l’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, visitando la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, vi annotava la presenza di quattro altari. Il reddito annuo del beneficio parrocchiale era di circa 40 scudi. Era registrata la presenza di un curato titolato che aveva in cura circa 500 anime, di cui 230 comunicati. Si teneva la scuola della dottrina cristiana ed era presente la scuola del Santissimo Sacramento. Nei confini della parrocchia erano menzionati la chiesa di San Michele e un oratorio sul monte (Visita Borromeo 1575). Verso la metà del XVII secolo, già durante la visita pastorale del vescovo Barbarigo, la parrocchia di Colere risultava essere aggregata alla vicaria di Scalve. Era attestata come iuspatronato della vicinia. Il clero era composto da un sacerdote e le confraternite presenti erano quelle del Santissimo Sacramento, e del Rosario; vi si teneva inoltre la scuola della dottrina cristiana (Montanari 1997). Secondo quanto si desume dal sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la chiesa parrocchiale di Colere in Val di Scalve, sotto l’invocazione di San Bartolomeo apostolo, figurava nella pieve di Scalve. Aveva quattro altari e vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento e del Rosario. Entro i confini della parrocchia esisteva un oratorio dedicato alla Beata Vergine Maria, un altro sotto il titolo di Santa Margherita, e quello della Visitazione di Santa Maria Elisabetta. Il clero era costituito dal curato beneficiato che era preposto alla cura di 468 parrocchiani, di cui comunicati 290 (Marenzi 1666-1667). Nella serie degli Stati del clero della diocesi, a partire dal 1734, la parrocchia di Colere risultava inserita nella vicaria di Vilminore, anche se nell’anno 1734 era ancora menzionata sotto la giurisdizone di Scalve (Stati del clero 1734-1822). Nella relazione fatta dal parroco di Colere in occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, si annota che la chiesa parrocchiale aveva quattro altari. Al maggiore, era eretta la scuola del Santissimo Sacramento; al secondo, intitolato al Santissimo Rosario, era istituita l’omonima confraternita; al terzo sotto il titolo della Beata Vergine Maria della Cintura era presente la confraternita dei Cinturati; al quarto dedicato ai confratelli della dottrina cristina, era presente la scuola con la medesima denominazione. Inoltre nella parrocchia era attiva la confraternita della Buona Morte. Entro i confini della parrocchia c’erano gli oratori di San Michele, della Visitazione, di San Rocco, della Beata Vergine "ad Nives". Il clero era costituito dal parroco beneficiato e da altri tre cappellani. I parrocchiani in cura d’anime erano in tutto 400, di cui 260 da comunione (Visita Dolfin 1778-1781). Nello Stato del clero della diocesi di Bergamo del 1861, la parrocchia di Colere aveva la cura di 520 parrocchiani. Erano annotati quattro oratori dipendenti: quello dedicato a San Girolamo, definito antica parrocchiale, quello di San Michele, quello della Visitazione di Maria Vergine e quello di San Rocco confessore. Il clero era costituito dal parroco e da un altro cappellano. La parrocchia era inserita nel vicariato di Vilminore (GDBg)
Nel 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali, la parrocchia di
San Bartolomeo apostolo fu aggregata alla zona pastorale I, composta dalle parrocchie della vicaria di Vilminore, da quelle del vicariato di Ardesio, Clusone, Gromo e Pontenossa (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi la parrocchia è entrata a far parte del vicariato locale di Vilminore (decreto 27 maggio 1979).

ultima modifica: 31/08/2005

[ Veronica Vitali ]