parrocchia della Santissima Trinità sec. XIV - 1986

Parrocchia della diocesi di Bergamo. Esiste menzione di una chiesa in contrada Vilmaggiore, fin dal XIII secolo. Infatti, secondo quanto riportano le memorie manoscritte del parroco di Vilminore nel 1889, l’oratorio di San Giorgio in località Vilmaggiore, eretto nel 1251, fu la seconda chiesa dopo quella pievana di San Pietro ad essere eretta in tutta la Valle di Scalve (Milesi 1889). In una lista delle chiese di Bergamo e dei suoi rappresentanti partecipanti al Sinodo diocesano del 1304, risultava ancora citata, con un "Albertus de Bedottis rector" quale suo rappresentante (Chiese di Bergamo sottoposte a censo). Ulteriore attestazione della presenza di questa chiesa nella Val di Scalve risale ancora al XIV secolo e precisamente a una serie di fascicoli che registrano le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi; un’ordinanza del 1360 di Bernabò Visconti riportava una "nota ecclesiarum", delle chiese e monasteri di Bergamo, specificandone le rendite e la tassa, e nominando di ogni beneficio il titolare. In questa fonte troviamo attestazione della chiesa di San Giorgio nella pieve di Scalve. Dall’attestazione del reddito ricaviamo che nella chiesa erano censiti due benefici (Nota ecclesiarum 1360). La chiesa parrocchiale di Vilmaggore rimase inserita nella pieve di Scalve, anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, decretata dal vescovo Cornaro in occasione del II sinodo diocesano di Bergamo del 1568, in ottemperanza alle risoluzioni del primo concilio provinciale del 1565. Tali disposizioni vennero ridefinite nel III sinodo del 1574, negli atti del quale i confini pievani di Scalve risultavano ricalcati dalla nuova circoscrizione ecclesiastica (Acta synodalia bergomensis ecclesiae). Il 27 settembre 1575, l’arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo, visitando la chiesa parrocchiale di San Giorgio in Vilmaggiore, vi annotava la presenza di tre altari. Il reddito annuo del beneficio parrocchiale era di circa 70 scudi aurei. Era registrata la presenza di un curato titolato che aveva in cura circa 400 anime, di cui 180 comunicate. Si teneva la scuola della dottrina cristiana. Entro i confini della parrocchia esistevano la chiesa di San Salvatore, in località di Barzesto e l’oratorio di San Rocco (Visita Borromeo 1575). Verso la metà del XVII secolo, già durante la visita pastorale del vescovo Barbarigo, la parrocchia di Vilmaggiore risultava aggregata alla vicaria di Scalve. Era attestata con un beneficio dal reddito pari a 500 lire. Il clero era composto da un sacerdote. Le confraternite presenti erano quelle del Santissimo Sacramento e del Rosario (Montanari 1997). Secondo quanto si desume dal sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la chiesa parrocchiale di Vilmaggiore in Val di Scalve, sotto l’invocazione di San Giorgio martire, figurava nella pieve di Scalve. Vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento e del Rosario. Il clero era costituito dal curato titolato che era preposto alla cura di 130 parrocchiani, di cui comunicati 70 (Marenzi 1666-1667). Nella serie degli Stati del clero della diocesi, a partire dal 1734, la parrocchia di Vilmaggiore risultava inserita nella vicaria di Vilminore, tranne nella prima annata in cui la parrocchia era sottoposta alla giurisdizone di Scalve (Stati del clero 1734-1822). Secondo quanto riportato da Pagnoni, una chiesa dedicata alla Santissima Trinità sorse in Vilmaggiore come santuario nel 1585, per decreto del vicario generale Salomoni. Tale chiesa iniziò a funzionare come parrocchiale al posto dell’antica chiesa di San Giorgio solo dal 1726 (Pagnoni 1992). Nella relazione fatta dal parroco di Vilmaggiore in occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, si annotava che la chiesa parrocchiale era eretta sotto il titolo della Santissima Trinità. La chiesa aveva tre altari. Al maggiore, era eretta la scuola del Santissimo Sacramento; al secondo, intitolato a Santa Maria Vergine del Rosario, era istituita l’omonima confraternita; al terzo, sotto il titolo della Santissima Vergine Addolorata, era presente la compagnia di Maria Addolorata. Nella parrocchia si trovava l’esercizio della dottrina cristiana. Il clero era costituito da un parroco beneficiato e da un cappellano. I parrocchiani in cura d’anime erano in tutto 128, di cui 101 comunicati (Visita Dolfin 1778-1781). Nello Stato del clero della diocesi di Bergamo del 1861, la parrocchia di Vilmaggiore, intitolata alla Santissima Trinità, aveva la cura di 241 parrocchiani. Era annotato solo un oratorio dipendente, ex chiesa parrocchiale, dedicato a San Giorgio. Il clero era costituito da un parroco e da un cappellano. La parrocchia era inserita nel vicariato di Vilminore (GDBg)
Nel 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali, la parrocchia della Santissima Trinità fu aggregata alla zona pastorale I, composta dalle parrocchie della vicaria di Vilminore e da quelle dei vicariati di Ardesio, Clusone, Gromo e Pontenossa (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi la parrocchia è entrata a far parte del vicariato locale di Vilminore (decreto 27 maggio 1979). Nel 1986, a seguito alla risoluzione del Ministero dell’interno, circa il conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto alle parrocchie della diocesi di Bergamo, alla parrocchia della Santissima Trinità, succedeva per l’intero patrimonio la parrocchia della Santissima Trinità e Sant’Andrea apostolo con sede sempre in località Vilmaggiore (decreto 20 novembre 1986).

ultima modifica: 05/09/2005

[ Veronica Vitali ]