comune di Castenedolo sec. XIV - 1797

Risalgono al 28 ottobre 1196 l’investitura da parte del podestà di Brescia del territorio di Castenedolo ai consoli della “universitas Castenedulli”, ed al 12 dicembre 1287 la citazione di sindici del “comune et homines de Castenedulo” (Liber potheris, colonne 925 e 926). Il comune nell’estimo visconteo del 1385 venne incluso fra i comuni della quadra di Ghedi e di Calvisano, mentre durante il periodo veneto appartenne prima alla quadra di Ghedi, quindi alla quadra di Rezzato, dal 1473 (Valentini 1898).
Il comune, che nel 1493 contava 1560 anime (Medin 1886), nel 1610 contava 800 fuochi e 2000 anime, era retto da un consiglio di 12 sindici, e 12 consoli, tutti eletti da 5 uomini (a loro volta eletti da tre uomini estratti a sorte in vicinia); vi erano poi tre notai, i consoli, che avevano l’obbligo di riscuotere i crediti del comune e di pagare le gravezze. Il comune possedeva un maglio o fucina, tre mulini ed alcune pezze di terra; altre entrate derivavano dai dazi di osterie macellerie e fornai, per un totale di 100 ducati (Da Lezze 1610). Dall’analisi delle due redazioni degli statuti risalenti al 1444 ed al 1623 (Guerrini 1944), si ricava l’esistenza dei seguenti organi e magistrature comunali: la vicinia o consiglio depositaria del potere statutario e deliberativo; il console, tenuto a rendere giustizia e cui spettava il compito di convocare la vicinia, il conestabile (o ministrale), il notaio, il ragioniere.
Il comune nel ’600 era anche proprietario “della macina, della rassega, della peschiera, dei molini, dell’osteria, della pesa, delle bettole, del maglio, del torcolo, delle seriole, del prestino, della beccaria, e teneva sotto di sé la chiesa di cui era patrono, la disciplina di S. Rocco, il monte di Pietà, la Misericordia” (Guerrini 1944).
Nel 1764 era uno dei comuni della quadra di Rezzato e nello stesso anno vi erano 2250 anime (Descrizione generale 1764).

ultima modifica: 27/10/2002

[ Giovanni Zanolini ]