riviera di Salò sec. XIV - 1797

La riviera di Salò (detta anche riviera del Garda bresciano e denominata poi magnifica patria della riviera di Salò) era un ente sovraccomunale comprendente i comuni rivieraschi del Garda bresciano. Entità ammministrativo-politica giuridicamente definita almeno a partire dal secolo XIV, le sue origini e le sue attribuzioni per i secoli precedenti risultano essere molto incerte: va detto però che i documenti più antichi, come i vari privilegi, frequenti intorno alla prima metà del XIV secolo, fanno riferimento alla riviera (“riperia” nei documenti) come qualcosa di istituzionalmente stabilito ed identificabile senza bisogno di specificazioni ulteriori, titolare tra l’altro di prerogative e privilegi notevolmente importanti rispetto al resto del territorio bresciano, sia sul piano amministrativo, sia su quello fiscale e giurisdizionale.
All’inizio del secolo XIV la struttura istituzionale doveva avere raggiunto un discreto livello di complessità e di organicità se si decise, nel 1334, di porre mano alla riforma degli statuti della riviera: nel documento che riporta tale notizia si accenna infatti anche ad un consiglio, consiglio che nel 1343 si rifiutò di ricevere per esempio il podestà inviato da Venezia (Bettoni 1880, III, docc. XXXIII, XXXIV e LII).
Si trattava quindi di una realtà avente già allora norme scritte e modalità di funzionamento e di rappresentanza fissate rigidamente. Già in un paragrafo degli statuti angioini di Brescia del 1272 si faceva poi riferimento a “castelli governati dal podestà nella riviera del Garda”, senza però definire il valore di tale comunità a quel tempo (Lonati 1933, p. 74, n. 1). Gli statuti più antichi della riviera a noi noti sono però quelli del 1351, al tempo della dominazione viscontea, dominazione che si concretizzava dal punto di vista istituzionale nell’invio di capitano e podestà (le cui cariche erano a volte unite in un solo ufficiale) che amministravano giustizia coadiuvati da un vicario e da un giudice ai malefici; cancelliere tesoriere e massaro completavano il quadro degli organi comunitari (Bettoni 1880, II, p. 65).
A partire dal 1426 la comunità fu soggetta alla Repubblica di Venezia ed in occasione dell’accettazione della sottomissione vennero concessi privilegi ed esenzioni con ducale del 13 maggio 1426 (Bettoni 1880, III, doc. CIX), primo fra tutti il mantenimento della separazione dal Territorio bresciano per il pagamento delle fazioni pubbliche e la propria autonomia giurisdizionale, costituita dal mero e misto imperio, cioé dall’amministrazione della giustizia civile e criminale.
Nell’età della piena autonomia amministrativa, intorno alla metà del XV secolo, la riviera era costituita da 34 comuni (il cui numero ricorre in molti privilegi con la garanzia e l’obbligo di indivisibilità rispetto alla comunità nel suo insieme) che erano suddivisi in sei quadre (Gargnano, Maderno, Salò, Montagna, Valtenese e Campagna); “vi erano poi altri otto piccoli villaggi che non avevano parte ai governi pubblici della riviera: Tignale, Muslone, Bottenago, Burago, Arzaga, il castello di Drugolo, Venzago e Maguzzano”; la signoria veneta mandava a Salò un provveditore in sua rappresentanza coadiuvato da un giudice dei malefici; Brescia provvedeva invece ad inviare un podestà, nobile bresciano, per le cause civili, coadiuvato da un vicario; per privilegio la quadra di Maderno eleggeva un proprio vicario, così come Muslone e Tignale. Il potere deliberativo della comunità della riviera risiedeva nel consiglio generale, composto di 36 membri, sei per ognuna delle quadre nelle quali era diviso il territorio della comunità, eletti dai rispettivi consigli comunali; il potere esecutivo era diviso tra moltissimi magistrati eletti dal consiglio: il sindaco, deputati della riviera (in numero di sei, che costituivano il banco dei deputati); il sopraintendente, il cancelliere generale, il coadiutore della cancelleria criminale, aggiunti o conservatori, deputati dell’ufficio di sanità, provvisori al collegio delle biade, commilitone, ragioniere, tesorieri, esattore criminale, sindaci generali, massaro, ministrali (Papa 1889; Scotti 1969).
All’inizio del ’600 sembrava essere costituita da 42 comuni suddivisi in 174 ville, ed abitata da circa 50000 persone (10000 fuochi), mentre nel 1493 era abitata da 32600 anime (Medin 1886).

ultima modifica: 09/01/2006

[ Giovanni Zanolini ]