comune di Verna sec. XIV - 1757

Il “comune de Verna” apparteneva nel 1335 alla pieve d’Intelvi (Statuti di Como 1335, Determinatio mensurarum) che già la ripartizione territoriale del 1240 attribuiva al quartiere di Porta San Lorenzo e Coloniola della città di Como (Ripartizione pievi comasche, 1240).
Il comune disponeva di propri statuti approvati in pubblica vicinanza il 18 febbraio 1464 (Conti 1896)
La terra di Verna, appartenente alla pieve d’Intelvi, compare negli atti delle visite pastorali del vescovo Ninguarda del 1593 composta da 15 fuochi per un totale di 100 abitanti (Lazzati 1986).
Il comune era compreso nel feudo della Valle Intelvi di cui seguì le vicende passando dalle mani della famiglia Rusca, investita del feudo dal 1451 al 1570, della famiglia Marliani, dal 1583 al 1713, ed infine della famiglia Riva Andreotti (Casanova 1904).
Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751, Verna risultava sempre inserito nella pieve d’Intelvi (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che le comunità di Ramponio e di Verna costituivano di fatto un unico comune. Infeudate al conte Melchiorre Riva Andreotti al quale veniva versato un censo annuale di lire 32.1.4, di cui lire 20.6.3 a carico di Ramponio e lire 11.15.1 a carico di Verna, entrambi le comunità erano separate dal resto della valle e formavano “un corpo separato a sé stante in forza di sentenza del magistrato” del 7 maggio 1687. Con la valle dividevano però carichi locali e “provinciali”.
Il comune, che contava in tutto 340 abitanti, di cui 244 di Ramponio e 96 di Verna, disponeva di un proprio consiglio che si riuniva a Ramponio, nel quale venivano trattate fondamentalmente le questioni relative ai riparti dei carichi. Composto da tutti i capi di famiglia sia di Ramponio che di Verna, il consiglio veniva convocato quando necessario dal console di Ramponio, che fungeva in quell’occasione anche da cancelliere. Ognuna delle due comunità disponeva inoltre di un proprio sindaco che svolgeva anche le funzioni di cancelliere. I due sindaci partecipavano al consiglio generale della valle con diritto ad esprimere due voti.
Le pubbliche scritture erano conservate in tre differenti archivi: il primo, la cui chiave era conservata dal sindaco di Ramponio, era comune per le due comunità ed era depositato nella sagrestia della chiesa parrocchiale di Ramponio; il secondo, “particolare” di Ramponio, era conservato nella stanza del consiglio in Ramponio e dotato di due chiavi in possesso del sindaco e del primo estimato; il terzo, di Verna, era conservato nella casa del sindaco di quella comunità.
Il comune si avvaleva inoltre di un esattore eletto ogni anno in pubblico consiglio e che poteva essere confermato.
Entrambi le comunità erano sottoposte alla giurisdizione del podestà della valle al quale veniva pagato un salario di lire 24.4 da Ramponio e di lire 15.7.3 da Verna e al quale il console prestava giuramento (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3029).
Verna compare nell’“Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano” del 1753, sempre unita a Ramponio, ancora appartenente alla Vall’Intelvi (Indice pievi Stato di Milano, 1753).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Domenico Quartieri ]