comune di Osteno sec. XIV - 1757

Il comune di Osteno apparteneva in origine alla pieve di Porlezza (Lazzati 1986, pag. 36) con la quale condivideva gli statuti. Questi, dovuti alla riforma di Galeazzo Visconti, vennero compilati dal podestà e dal consiglio generale della pieve nel 1338 ed entrarono in vigore dal 1 gennaio 1339. Vennero pubblicati solennemente in Porlezza il 12 agosto 1340 ed ebbero nuova pubblicazione il 7 dicembre 1348 (Anderloni 1915, pag. 20).
Il comune rimase inserito nella pieve di Porlezza anche quando, ” … Lotario, figlio di Franchino [Rusca], […] avendo ceduto Como ed il Castello Baradello al duca Filippo Maria Visconti, questi gli lasciò con altre Signorie, quella di Cima, di Osteno e della Valle Intelvi nell’anno 1416 con ducal decreto 11 settembre” (Conti 1896, pag. 76). Il possesso del feudo ai Rusca venne poi confermato dal diploma del duca Francesco I Sforza del 24 aprile 1451 (Casanova 1904).
Fu sede di tribunale, già esistente nei primi anni del sec. XV, e della pretura feudale che “vi si mantenne fino al nuovo ordinamento napoleonico” (Conti 1896, pagg. 35 – 36)
Osteno rimase legato al feudo della Valle Intelvi, passato successivamente nelle mani dei Pusterla, dei Marliani, ed infine dei Riva Andreotti (Casanova 1904), nonostante risulti nella seconda metà del secolo XVIII sempre inserito nella pieve di Porlezza (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 per il comune di Claino con Osteno, emerge che Osteno costituiva terra separata del Ducato di Milano, aggregata alla pieve di Porlezza, ed aveva unito a sé il comune minore di Claino, che contribuiva ai carichi per un terzo. La popolazione era costituita da circa 435 anime, di cui due terzi abitanti a Osteno e un terzo a Claino.
Il comune era infeudato al conte Melchiore Riva Andreotti a cui venivano versati annualmente tributi per lire 80, di cui due terzi a carico di Osteno, ed un terzo a carico di Claino. A Osteno risiedeva il podestà che vi teneva udienza sia civile che criminale e a cui veniva corrisposto un salario di lire 60 annue. Il console era tenuto a prestargli giuramento.
Entrambi le comunità disponevano di un consiglio, composto da tutti i capi di famiglia, che si riuniva su convocazione dei due sindaci che rappresentavano le comunità, alla presenza del podestà. Delle sedute veniva steso un verbale a cura del cancelliere che si occupava della conservazione delle pubbliche scritture e del patrimonio e della vigilanza sui riparti dei carichi fiscali. Il comune disponeva inoltre di due esattori, detti anche canevari (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3028).
Nell’“Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano” del 1753 Osteno, unito a Claino nell’unica entità amministrativa di Clajno con Osteno, risulta sempre appartenente alla pieve di Porlezza, Riviera di Lecco, ducato di Milano (Indice pievi Stato di Milano, 1753).

ultima modifica: 13/10/2003

[ Domenico Quartieri ]