conservatore del contado sec. XVI - 1757

Secondo gli ordini emanati nel 1587 la congregazione generale era tenuta ad eleggere “un abitante del Contado che debba essere conservatore di tutti gli affari, le ragioni, gli ordini e le entrate del Contado e di ciascun affare pertinente il Contado” con incarico biennale.
Egli doveva risiedere a Cremona per attendere agli affari del Contado; aveva il compito di ricevere tutte le somme da pagarsi al Contado ed effettuare i pagamenti dovuti dal Contado, rendendo conto al termine di ciascun anno ai ragionati; compilava e sottoscriveva i riparti di tuttte le imposte e li consegnava agli esattori per la riscossione delle somme; prendeva nota di tutte le taglie date in riscossione agli esattori; poteva secondo le necessità imporre nuovi contributi a carico delle terre del Contado, dopo averne discusso con i ragionati e i sindaci; aveva il compito di sollecitare le liti in cui fosse coinvolto il Contado, tenendo conto dei documenti e dei processi e avendo cura di recuperare le scritture esibite in giudizio una volta conclusa la lite.
Le lettere spedite dal procuratore del Contado che si trovava a Milano dovevano essere a lui indirizzate ed egli doveva ordinare in filza tutte le lettere scritte dal procuratore a Milano, la minuta delle risposte e delle altre lettere da lui spedite; il conservatore doveva inoltre registrare gli ordini di interesse del Contado, tenere copia delle gride pubblicate in Cremona, dei capitoli dell’incanto della carica di commissario alla scossa, sorvegliare che il commissario e i suoi esecutori si attenessero ai capitoli stabiliti, che i consoli dei comuni non gravassero eccessivamente i debitori e registrare infine tutti gli ordini e i riparti inviati dai superiori al Contado (”Notizie che si ricercano dai signori sindaci generali del Contado di Cremona per servizio del censimento”, 1754, in “Risposte ai 45 quesiti”, cart. 3052).

ultima modifica: 19/01/2005

[ Valeria Leoni ]