comune di Arcagna sec. XVI - 1757

Variamente attestata (”Arcagniago”, “Arcannia”) nella documentazione lodigiana alla metà del secolo XII, nel 1164 “Arcania Vicus” figurava tra le località della mensa vescovile di Lodi alle quali Federico I riconobbe la protezione imperiale (Agnelli 1917 a; Salamina 1939). Tale riconoscimento fu rinnovato dai successori del Barbarossa: ancora nel 1311, infatti, la villa di Arcagna compare tra le pertinenze della mensa vescovile alle quali Enrico VII accordò la protezione dell’impero. All’inizio del secolo XIV Arcagna, insieme a Gamorra e Montanaso, figura invece tra le proprietà del monastero di S. Giacomo di Pontida, nel secolo successivo unito al monastero degli Olivetani di Villanova (Agnelli 1917 a).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, il comune di Arcagna Eugenia apparteneva al Vescovato superiore e comprendeva le frazioni di Arcagna de Fuori, Gamora e Pantanasco (Tassa sui Cavalli); nel 1751 risultano invece aggregate al comune le frazioni di Cassina Cavalla, Gamora di Sopra, Gamora di Sotto, Cà de Cani, Pantanasco (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Secondo le risposte ai 45 Quesiti posti dalla Regia Giunta del Censimento nel 1750, alla metà del Settecento la comunità, che contava circa 300 abitanti, era comune autonomo, dipendente esclusivamente dalla giurisdizione del podestà di Lodi; il comune di Mongattino, compreso entro la parrocchia di S. Maria d’Arcagna, concorreva però ad alcune spese. Il comune non aveva consiglio; il console e il sindaco, che prestavano annuale giuramento all’officio pretorio di Lodi, si occupavano delle pubbliche necessità; al sindaco, in particolare, competeva la vigilanza sui riparti, effettuati ogni sei mesi alla presenza degli interessati. Ogni tre anni si provvedeva inoltre all’elezione dell’esattore. Il comune stipendiava con lire 24 annue, corrisposte in due rate, anche un cancelliere – nel 1751 residente in Lodi – ma il patrimonio documentario di Arcagna constava solo della documentazione corrente, conservata presso il maggior interessato; i documenti più antichi, infatti, erano andati dispersi per la morte dei precedenti cancellieri che li custodivano (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3045).
Nel 1753, infine, Pananesco risulta unica frazione di Arcagna (Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Arcagna con Pantanasco entrò a fare parte della V Delegazione (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.

ultima modifica: 10/01/2005

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