comune di Ca' de' Zecchi sec. XVI - 1757

Cà de Zecchi deve probabilmente il suo nome a una famiglia del luogo (Agnelli 1917 a).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, la comunità apparteneva al Vescovato di Mezzo e comprendeva Muzza di Milano (Tassa dei Cavalli), con il quale nel 1633 fu infeudata ai conti Masserati (Agnelli 1917 a).
Ancora parte del Vescovato di Mezzo, nel Compartimento territoriale del 1751 Cà de Zecchi aggregava Cassina Vignazza, Garibolda, un ’“altra Garibolda” e Muzza di Milano (Compartimento Ducato di Milano, 1751). Nello stesso torno di anni, l’inchiesta disposta dalla Regia Giunta per il Censimento accertò che il comune di Cà de Zecchi contava circa 180 anime, non aggregava altri comuni ed era feudo del Collegio ungarico e germanico di Roma, di proprietà dei gesuiti di Milano. Il capoluogo principale della zona era Lodivecchio, punto di riferimento importante della comunità: da Lodivecchio, Cà de Zecchi dipendeva per il giusdicente e a Lodivecchio versava i carichi per truppe militari e per l’osteria. Lo stretto rapporto tra queste due comunità, diverse per complessità istituzionale, presenza sul territorio e dimensioni, emerge anche nel desiderio di Cà de Zecchi di rendersi indipendente dalla ’scomoda vicina’.La comunità non aveva organi consigliari; il maggior estimato, un deputato e un console provvedevano alla “vigilanza della comunità”: quest’ultimo era tenuto al giuramento al banco criminale del podestà di Lodi e a quello del feudo di Lodivecchio. Completavano l’organigrammma istituzionale della comunità l’esattore e il cancelliere. L’esattore, eletto dai membri della comunità con asta pubblica, aveva l’incarico di controllare il pagamento dei carichi. Il cancelliere, che si occupava della ripartizione delle imposte e delle denunce, risiedeva a Lodi e riceveva dodici lire annue di salario; custodiva in casa le scritture pubbliche, consistenti nel solo riparto delle imposte (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3044).
Nel 1753 risultavano unite al comune Cà Cesarea, Zelasca e Cà Nova (Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Cà de Zecchi con Cà Cesarea, Zelasca e Cà Nova entrò a fare parte della VII Delegazione (editto 10 giugno 1757). Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.

ultima modifica: 12/01/2007

[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]