comune di Cassina dei Passerini sec. XVI - 1757

In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, il comune – con la frazione di S. Giacomo – apparteneva al Vescovato Inferiore di strada Cremonese (Tassa dei Cavalli) ed era infeudato ai Trivulzio. Passato a Cesare Lambertenghi nel 1678, fu eretto in contea nel 1684 (Agnelli 1917 a). Era ancora feudo dei Lambertenghi alla metà del Settecento quando, al momento dell’inchiesta disposta dalla Regia Giunta per il Censimento, contava circa 280 abitanti. I feudatari avevano un proprio podestà residente in Milano, ma il console del comune prestava giuramento solo al podestà di Lodi.
La comunità era retta dal consiglio generale, composto da tutti gli interessati, ma l’ordinaria amministrazione era affidata a un deputato, eletto annualmente; l’organico del comune era completato da un cancelliere, residente a Castione e stipendiato dalla comunità con un salario annuo di 20 lire. Un esattore provvedeva alla riscossione delle imposte. (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3049).
Nel 1753 la comunità era ancora compresa nel vescovato inferiore di Strada Cremonese (Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Cassina dei Passerini risulta compreso nella XVIII delegazione (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.

ultima modifica: 10/01/2005

[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]