comune di Merlino sec. XVI - 1757

La località è forse identificabile con il “locus Merle” attestato nella documentazione dal 1142 (CDL I), anche come luogo di origine dell’omonima famiglia capitaneale che per un certo periodo tennero l’avvocazia della chiesa lodigiana (Agnelli 1917 a). Nel 1261 Merlino apparteneva alla pieve di Bariano. Nel 1370 anche il suo territorio fu donato da Barnabò Visconti a Regina della Scala; nel 1412 fu infeudato con Rossate, Melzo e Pozzolo a Vincenzo Marliani, castellano di porta Giovia.
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, il comune apparteneva al Vescovato superiore (Tassa dei cavalli), al quale risulta ascritto anche nella documentazione a carattere fiscale ed amministrativo successiva (Compartimento Ducato di Milano, 1751; Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Nel compartimento territoriale del 1751 comprende i “cassinaggi” di Molino e Torchio (Compartimento Ducato di Milano, 1751); l’indagine disposta nello stesso torno di anni dalla Regia Giunta per il Censimento, accertò che la comunità , composta da circa 340 anime, era infeudata ai Barbiano di Belgioioso, cui era stata concessa nel 1647 e che ne sarebbero stati feudatari fino al 1782 (Agnelli 1917 a). Il giusdicente feudale era residente a Milano e non era stipendiato dalla comunità; al contrario, il notaio del feudo, al momento dell’inchiesta residente a Lodi, aveva diritto alla “piciola recognicione” di cinque lire all’atto della segnatura del console, pur non ricevendo un salario.
Per ciò che riguardava i rapporti di dipendenza o di dominazione con altri comuni, Merlino riceveva dal comune di Contevico 15 lire per 51 pertiche di terra civile e altrettanto per 51 pertiche di terra rurale; dal comune di Gardino, invece, aveva pagamenti per otto bocche “in regola delli altre comunità”. Viceversa il comune di Merlino pagava a Zelo Buon Persico 17 lire per 10 pertiche di terre civili e altrettanto per dieci pertiche di terre rurali.
La comunità non aveva organi consigliari; partecipavano al convocato generale il consigliere deputato e il console con i fittavoli interessati; tutti erano coinvolti nella ripartizione semestrale delle taglie, riscosse dall’esattore. Completava l’organigramma istituzionale del comune un cancelliere. Console e deputato erano eletti annualmente, il primo per mezzo di pubblico incanto; il secondo scegliendo a turno tra i fittavoli interessati.
Il cancelliere era il responsabile della conservazione delle copie dei riparti; per il suo operato riceveva un salario annuo di sessanta lire. (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3045).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Merlino risulta compreso nella II delegazione (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.

ultima modifica: 10/01/2005

[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]