comune di Casalromano sec. XIV - 1784

Parte del distretto bresciano, come testimonia l’estimo visconteo del 1385, che lo poneva nella “quadra de Canedo” (Valentini 1898), nel 1441 (pace di Cremona del 20 novembre 1441, detta anche pace di Cavriana), Casalromano entrava a far parte definitivamente del mantovano, inserito nella quadra di Canneto (Vecchi 1983). Tra il 1444 e il 1466 Casalromano figurava fra i territori assegnati ad Alessandro Gonzaga in seguito alla divisione dello stato gonzaghesco (Marocchi 1990), regolato nel civile e nel criminale secondo gli statuti alessandrini, emanati a metà del XV secolo e in vigore fino alle riforme teresiane (Marocchi 1984). Circa la giurisdizione amministrativa a cui era soggetto, nel 1750 per il piano de’ tribunali ed uffici della città e ducato di Mantova (piano 15 marzo 1750), Casalromano dipendeva dalla pretura di Canneto (Vecchi 1983), come nel 1772, in seguito al piano delle preture mantovane (piano 4 febbraio 1772), e come nel 1782, dopo il compartimento territoriale delle preture dello stato di Mantova (nuovo piano 22 gennaio 1782).
Nel 1617 la comunità di Casalromano aveva 354 abitanti (Coniglio 1963), mentre, dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1775 lo “stato totale delle anime” della comunità di Casalromano contava 440 anime (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1775 il comune aveva entrate proprie, costituite dalla rendita di alcuni fondi, di capitali fruttiferi e livelli attivi (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Le prime notizie sull’organizzazione amministrativa comunale risalgono ad un documento del 1366, in cui sono nominati due “consuli” e un “notarius et procurator nomine et etiam sindicus et sindacario nomine comunis et hominim terrae de Casalirumano” (Vecchi 1983). Nel 1665 fra le cariche della comunità erano menzionati due sindaci con funzioni di procuratori (Vecchi 1983).
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del censimento, nel 1775 la comunità era retta da un consiglio generale o vicinia, che si riuniva annualmente nel giorno dei Santi Innocenti (28 dicembre), “previo il permesso del pretore di Canneto”. Ad essa intervenivano “tutti li capi delle originarie famiglie affine di fare la scielta delli sei ufficiali o siano reggenti”. Questi formavano il consiglio particolare, al quale interveniva anche il cancelliere, il quale era tenuto alla cura e conservazione dell’archivio comunitativo, alla “formazione dei riparti non che ad altre incombenze addossategli”. Oltre a questi organi vi era ancora il massaro, con funzioni di economo ed esattore, sia dei “carichi regi non che li locali ordinari e straordinari” . Altri funzionari a cui era riconosciuto un onorario dalla comunità erano due deputati ai confini, un deputato alla sanità, il regolatore dell’estimo, un organista, un levamantici, un sagrestano, un orologiaio, un campanaro (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).

ultima modifica: 01/12/2006

[ Giancarlo Cobelli ]