comune di Ostiglia sec. XIV - 1784

Entrata a far parte definitivamente del mantovano dopo alterne vicende nel 1405 (Caiola 1951; 1406 secondo il Bertolotti; Bertolotti 1893), negli anni immediatamente seguenti alla erezione del ducato di Mantova, avvenuta nel 1530, Ostiglia era sede di podesteria (Mantova 1958-1963), come agli inizi del secolo XVII (Magini 1967). Nel 1750 per il piano de’ tribunali ed uffici della città e ducato di Mantova (piano 15 marzo 1750), Ostiglia era sede di pretura, confermata sia nel 1772, in seguito al piano delle preture mantovane (piano 4 febbraio 1772), sia nel 1782, dopo il compartimento territoriale delle preture dello stato di Mantova (nuovo piano 22 gennaio 1782), dove compariva insieme a Corregioli, Arnaroli, Ponte Molino, Isola Nonio, Isola Magnagutti e Polesine.
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del consimento, negli anni 1774-1775 la comunità di Ostiglia comprendeva nel proprio territorio il “comunetto” di Correggioli e il feudo di Ponte Molino (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Sempre dalle risposte ai 47 quesiti, negli anni 1774-1775 lo “stato totale delle anime” della comunità contava 200 “collettabili” e 3.460 “non collettabili” (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Dalle risposte ai 47 quesiti , risulta che negli anni 1774-1775 la comunità aveva fra le entrate proprie un annuo livello corrisposto dal marchese Cavriani ed altri piccoli livelli gravanti sui beni “posseduti da diversi possidenti”. Aveva inoltre il “prodotto di tutte le teste degli animali bovini e pecore che vengono macellati nel territorio” e il “gius di esercire l’osteria” (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).
Dalle risposte ai 47 quesiti della regia giunta del consimento, negli anni 1774-1775 i principali organi di autogoverno della comunità erano il consiglio generale, il consiglio particolare, la reggenza o rappresentanza, il depositario delle contribuzioni, il depositario delle digagne e il massaro. Questi veniva eletto “in principio di ogni anno”, in occasione della convocazione di “tutta la reggenza di comunità, unitmente a tutti gl’estimati prediali e non prediali”, e davanti al podestà locale, e doveva curarsi della “esazione de’ redditi comunali”. Nella medesima circostanza il massaro uscente era tenuto a presentare il “bilancio generale de’ conti, dai quali rilevavasi lo stato attivo e passivo del scaduto anno”. Vi era anche il cancelliere, che aveva fra le altre funzioni, quella della cura dell’archivio della comunità, conservato nel “palazzo di ragione”. La comunità riconosceva inoltre un onorario anche al podestà, il provveditore di piazza, il procuratore, il capitano di Ponte Molino, il corriere, il tenente di campagna di Mantova, il medico condotto, il maestro, l’organista e levamantici, i predicatori dell’avvento e della quaresima, il campanaro (Risposte ai 47 quesiti, 1772-1777).

ultima modifica: 01/12/2006

[ Giancarlo Cobelli ]