parrocchia di Santo Stefano protomartire sec. XVI - [1989]

Parrocchia della diocesi di Milano. La chiesa di Santo Stefano risulta elencata tra le dipendenze della pieve di Incino fin dal XIII secolo (Liber notitiae). La “capella” di Santo Stefano di Canzo è ancora citata nel 1398 tra quelle del plebato di Incino (Notitia cleri 1398). La chiesa di Canzo risulta parrocchiale nel 1569, all’epoca della visita pastorale di Francesco Bernardino Cermenati (ASDMi, Sezione X, Visite pastorali, Pieve di Incino, vol. 11, q. 1). In seguito al trasferimento della sede plebana a Villincino, decretato nel 1584, la parrocchia di Santo Stefano di Canzo, a cui era preposto il vicario foraneo di Erba, è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi e dai delegati arcivescovili di Milano nella pieve di Villincino (Erba), inserita nella regione V della diocesi.
Nel 1752, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nella pieve di Incino, nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano di Canzo si avevano le confraternite senza abito del Santissimo Sacramento, del Santissimo Rosario e una terza nella scuola della dottrina cristiana; nell’oratorio di San Donato era stata eretta la confraternita sotto il medesimo titolo. Il numero dei parrocchiani era di 1215, di cui 850 comunicati. Nel territorio della chiesa parrocchiale si trovano gli oratori di San Miro, di San Donato martire, di San Michele arcangelo nel luogo chiamato il Lazzaretto (Visita Pozzobonelli, Pieve di Incino).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di Santo Stefano di Canzo possedeva fondi per 208.14 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 1383 unità (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Canzo assommava a lire 725.15.6 e la rendita della coadiutoria a lire 587.5; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale della parrocchia spettava all’ordinario, quella del titolare della coadiutoria al padronato (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nel 1898, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve di Incino, la rendita netta del beneficio parrocchiale assommava a lire 929.76; quella del beneficio coadiutorale titolare di San Donato, un tempo di nomina privata di Casa Meda, in seguito di nomina dell’ordinario diocesano, a lire 719.01; quella del beneficio coadiutorale di San Francesco, di nomina dell’ordinario diocesano, a lire 237.46; quella del beneficio coadiutorale della Beata Vergine Addolorata, di nomina dell’ordinario diocesano, a lire 338.41. Nella parrocchia di Santo Stefano di Canzo si avevano la confraternita del Santissimo Sacramento fondata nell’oratorio di San Miro. Entro i confini della parrocchia di Canzo esistevano gli oratorio di San Miro, di San Miro al Monte, di San Michele e l’oratorio privato della Beata Vergine Addolorata nella casa dell’orfanatrofio femminile di Milano. Il numero dei parrocchiani era di 2100 (Visita Ferrari, I, Pieve di Incino Erba I).
Il 21 aprile 1899 il papa Leone XIII concesse in perpetuo ai parroci di Canzo “non ad personam sed pro tempore” il titolo di prevosto. Nel 1906 Canzo diventò sede di vicariato foraneo con giurisdizione sulle parrocchie di Caslino, Castelmarte, Corneno, Galliano, Longone e Proserpio (DCA, Canzo).
Nel XX secolo la parrocchia di Canzo figura sempre sede vicariale nelle regione forense V, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326) quando è stata attribuita al decanato di Asso nella zona pastorale III di Lecco.

ultima modifica: 04/01/2007

[ Alessandra Baretta ]