parrocchia di Sant'Antonio abate sec. XVI - [1989]

Parrocchia della diocesi di Milano. In origine fungeva da chiesa curata di Valmadrera la chiesa di San Martino al Monte (DCA, Valmadrera), elencata tra le dipendenze della pieve di Garlate fin dal XIII secolo (Liber notitiae). La parrocchia di Valmadrera fu eretta intorno alla metà del XVI secolo. Nel 1566 l’arcivescovo Carlo Borromeo trasferì la sede parrocchiale nella chiesa di Sant’Antonio abate (DCA, Valmadrera). Inclusa inizialmente nella pieve di Garlate, passò nel 1574 alla pieve di Olginate. Dalla fine del XVI al XVIII secolo la parrocchia di Valmadrera, a cui era preposto il vicario foraneo di Olginate, è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi e dai delegati arcivescovili di Milano nella pieve di Olginate, inserita nella regione V della diocesi.
Nel 1746, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nella pieve di Olginate, nella chiesa parocchiale di Sant’Antonio abate di Valmadrera si avevano la confraternita del Santissimo Sacramento, istituita da Carlo Borromeo il 19 luglio 1583 e la confraternita della Santa Croce, canonicamente istituita il 26 maggio 1738, sotto l’invocazione di San Dionigi vescovo di Milano. Il numero dei parrocchiani era di 1362, di cui 956 comunicati. Entro i confini della parrocchia di Valmadrera esistevano gli oratori di San Gaetano, di San Rocco nel territorio di Caserta, di San Martino, di San Dionigi (Visita Pozzobonelli, Pieve di Olginate) .
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di Sant’Antonio di Valmadrera possedeva fondi per 19.4 1/4 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 1725 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Valmadrera assommava a lire 870; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nel 1899, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve di Olginate, la rendita netta del beneficio parrocchiale assommava a lire 299.18; la rendita netta del beneficio di una coadiutoria d’ufficio, di nomina arcivescovile, a lire 829.90; la rendita netta del beneficio di un’altra coadiutoria d’ufficio, di nomina arcivescovile, a lire 830. Entro i confini della parrocchia di Valmadrera esistevano le chiese della Maternità di Maria Vergine Santissima in San Martino al Monte, di San Giuseppe, di San Rocco in Caserta, di San Dionigi, gli oratori privati di San Gaetano di proprietà della famiglia Gavazzi, di Maria Santissima Addolorata di proprietà della famiglia Bovara, di San Tomaso, di proprietà dei Fatebenefratelli, all’epoca della visita passato all’amministrazione civile e l’oratorio di San Filippo. Nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio abate di Valmadrera si aveva la confraternita del Santissimo Sacramento, fondata da Carlo Borromeo il 19 luglio 1583, e la Compagnia di San Luigi Gonzaga. Il numero dei parrocchiani era di 4600 (Visita Ferrari, I, Pieve di Olginate).
Nel XIX e XX secolo la parrocchia di Sant’Antonio abate di Valmadrera è sempre stata inclusa nella pieve e nel vicariato foraneo di Olginate, nella regione V della diocesi, fino alla revisione della struttura territoriale attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando è stata attribuita al decanato di Lecco nella zona pastorale III di Lecco.

ultima modifica: 04/01/2007

[ Alessandra Baretta ]