parrocchia di Santo Stefano protomartire sec. XVI - [1989]

Parrocchia della diocesi di Milano. La chiesa di Santo Stefano di Bardello, citata nel Liber notitiae sanctorum Mediolani, risalente alla fine del XIII secolo, è attestata come “rettoria” nel 1564 (Liber seminarii 1564), nella pieve di.Brebbia. Tra XVI e XVIII secolo, la parrocchia di Santo Stefano è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Besozzo. Il 7 marzo 1569 si recò a Bardello Antonio Contorbia, seguito, il 7 agosto dello stesso anno, dal visitatore Leonetto Chiavone. In quegli anni reggeva la parrocchia Bernardino Besozzi. Le condizioni della chiesa non erano ottimali e non esisteva il battistero, in quanto era consolidata l’abitudine di celebrare il rito battesimale presso la chiesa pievana di Brebbia. Nel 1608, il visitatore delegato da Federico Borromeo, Cesare Pezzano, trovò che era stato costruito il fonte battesimale. Nel 1610 venne istituita da parte di Giovanni Battista Besozzi la cappellania di San Giovanni Battista.
Nel 1748, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia di Santo Stefano protomartire di Bardello era costituito dal parroco e da altri due sacerdoti residenti; per il popolo, che assommava a 494 anime complessive, di cui 323 comunicati, era istituita la scuola della dottrina cristiana; nella parrocchiale era costituita la società del Santissimo Sacramento, eretta canonicamente dall’arcivescovo Carlo Borromeo nel 1574, alla quale era unita la società del Santissimo Rosario, i cui ascritti avevano facoltà, espedita dalla curia arcivescovile il 2 febbraio 1737, di portare l’abito di colore ceruleo. Nel territorio della parrocchia, oltre alla chiesa di Santo Stefano protomartire, esisteva l’oratorio di San Brizio in Olcinasio (Visita Pozzobonelli, Pieve di Besozzo).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di Santo Stefano di Bardello ossedeva fondi per 135.3 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 547 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Bardello assommava a lire 798.3; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nel 1894 venne eretta la nuova parrocchia di San Brizio in Olginasio, che in questo modo si staccò da Bardello.
Nel 1898, all’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Besozzo, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 458; il clero era costituito dal parroco. I parrocchiani erano 1000; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, le pie unioni delle Figlie di Maria e della Santa Infanzia. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Pieve di Besozzo).
Nel XIX e XX secolo, la parrocchia di Santo Stefano protomartire di Bardello è sempre stata inserita nella pieve e vicariato foraneo di Besozzo, nella regione II, fino al 12 aprile 1907, quando è stata attribuita al nuovo vicariato foraneo di Gavirate (DCA, Gavirate); in seguito alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326), fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Besozzo, nella zona pastorale II di Varese.

ultima modifica: 04/01/2007

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]