parrocchia di Sant'Ambrogio 1722 - [1989]

Parrocchia della diocesi di Milano. L’erezione della parrocchia e la separazione da quella di Besano avvennero in data 7 settembre 1722 (Registro parrocchie e canonicati diocesi di Milano, 1502). La nascita della parrocchia avvenne tra forti contrasti tra gli abitanti di Besano, più numerosi, e quelli di Porto. Fino al 1608 sia Porto che Besano dipendevano dalla parrocchia di Cuasso al Piano. Al momento del distacco e dell’erezione della parrocchia di Besano, gli abitanti di Porto erano solamente 63, contro i 219 di Besano; però i maggiori lasciti alla chiesa provenivano dalle famiglie abbienti di Porto, che avrebbero desiderato che le rendite andassero a vantaggio di sacerdoti locali. Nel 1717 gli abitanti di Porto, sempre in discordia con quelli di Besano, non consentirono al nuovo parroco di prendere possesso della chiesa del paese e rinunciarono a utilizzare i servizi di natura religiosa forniti dalla parrocchia di Besano. Nel 1721 il cardinale Odescalchi inviò a Porto un vicecurato, Carlo Federico Viani. Neanche questa soluzione risultò risolutiva e pertanto si stabilì di costituire a Porto una nuova parrocchia. I fedeli di Porto si impegnarono con atto pubblico a versare al loro parroco 400 lire annue a titolo di congrua e a fabbricargli una casa di abitazione vicino alla chiesa, cosa che si realizzò solo sessant’anni dopo, nel 1784 (Buzzi 1983).
Nel 1751, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia di Sant’Ambrogio di Porto era costituito dal solo parroco; per il popolo, che assommava a 220 anime complessive, di cui 160 comunicati, era istituita la scuola della dottrina cristiana. Nel territorio della parrocchia, oltre alla chiesa di Sant’Ambrogio, esisteva l’oratorio di San Giuseppe (Visita Pozzobonelli, Pieve di Arcisate).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di Sant’Ambrogio di Porto possedeva fondi per 13.16 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 290 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Porto assommava a lire 481.17.16; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
All’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Arcisate, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 755,92; il clero era costituito dal parroco. I parrocchiani erano 750, compresi gli abitanti delle frazioni di Casa del Monte, Fornasotto, Poncia, Molinazzo, Monte Casolo; nel territorio parrocchiale esistevano gli oratori di Sant’Antonio e San Giuseppe; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, la confraternita del consorzio delle donne sotto l’invocazione del Sacratissimo Cuore di Maria, la pia unione di San Luigi Gonzaga. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Pieve di Arcisate).
Nel XIX e XX secolo, la parrocchia di Sant’Ambrogio di Porto Ceresio rimase sempre inserita nella pieve e vicariato foraneo di Arcisate, nella regione IIII, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), quando fu inclusa nel nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Arcisate, denominato Valceresio a decorrere dal 1979, nella zona pastorale II di Varese.

ultima modifica: 04/01/2007

[ Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese ]