consiglio dei 12 di provvisione sec. XIII - 1743

Il consiglio dei sapienti o di provvisione, introdotto a Milano da Ottone Visconti, era una magistratura con competenze speciali i cui membri erano generalmente nominati dal signore, o più spesso dai podestà, tutte le città principali del dominio Visconteo lo possedevano, e così Vigevano.Il consiglio dei sapienti doveva essere operante e autonomo rispetto al consiglio generale (Chittolini 1992).
Per l’elezione dei 2 consoli e dei 12 sapienti della provvisione di Vigevano si stabililsce che:
i 60 del consiglio scelgono a sorte all’inizio dell’anno, 2 consoli e 12 sapienti (i cui padri siano nativi di Vigevano o che abitino in città da almeno 20 anni).
I 12, che con i consoli sono detti presidenti della provvisione, hanno la seguente autorità: “provvidendi, statuendi, ordinandi, diminuendi, mutandi, addendi” non che “locandi” immobili e diritti della città e “investiendi” persone per il bene di Vigevano (Chittolini 1992).
Possono punire o multare con pene pecuniarie fino a 25 scudi chi non obbedisce ai loro ordini.
Non possono alienare i beni della città, nè accettare per essa oneri senza deliberazione del consiglio dei 60.
Non possono spendere denaro della città se non per spese fino a 25 lire e con mandato.
I presidenti della provvisione durano in carica un trimestre.
Il salario dei consoli è di 2 fiorini e 30 soldi ciascuno al mese; gli eletti non possono sottrarsi all’ufficio sotto pena di 10 fiorini.
La provvisione si raduna tre volte la settimana alla presenza del pretore o del suo vicario.
I consoli e i 12 della provvisione devono giurare prima dell’entrata in carica, fedeltà nelle mani del podestà.
Non possono essere consoli o fare parte della provvisione i “datiarii” della città di Vigevano; una loro eventuale elezione verrà considerata nulla (Chittolini 1992).

ultima modifica: 27/10/2002

[ Gloria Ferrario, Cooperativa Arché - Pavia ]