comune di Montù Beccaria sec. XIV - 1743

Il toponimo, come Montecucco, compare per la prima volta nel 1019 dal testamento del diacono Gerardo di nazione longobarda (Goggi 1973).
Appartenente all’ Agro Piacentino l’Imperatore Federico I con diploma dell’8 agosto 1164 assegnò Montù alla città di Pavia (diploma Federico I).
L’esistenza di un castello in Montù è certificata da un atto del 1184 pubblicato dal Bollea (Bollea 1909) dove si dice che i consoli di Mondonico misero a disposizione nove carri con buoi per trasportare pietre per la costruzione del castello-fortezza su ordine dei consoli di Pavia e del comune di Montù. Il castello venne distrutto nel 1216 dalla città di Piacenza nella guerra tra guelfi e ghibellini.
Nel 1412 Rainaldo Beccaria fu investito dal duca Filippo Maria Visconti del feudo di Montù e di Mondondone, Codevilla, Muriasco, Nebiolo e Sant’Antonino. Con la morte di Aureliano Beccaria, senza eredi maschi legittimi, il castello e le terre annesse dichiararti beni allodiali furono ereditati dai padri Barnabiti, il feudo incamerato dalla Camera Ducale venne messo in vendita, e fu nel 1609 acquistato per 30.000 lire imperiali da Aurelio Salimbene (ASMi cart. 395); nel 1665 passò a Carlo Bellone.
Nel 1591 la popolazione era di 134 fuochi, il podestà percepiva un salario di 20 lire al mese e il diritto di casa garantiti dal comune, e il feudatario riscuoteva i dazi dell’imbottato, del pane, vino, carne e osteria. In questo anno, il 26 di dicembre, i tre consiglieri componenti il consiglio comunale presentano i nominativi per procedere alla nomina dei quattro componenti per il consiglio dell’anno 1592 (ASMi cart. 395).
Nel 1579 il numero dei parrocchiani era di 500, nel 1735 le anime sono 1700 .
Nel 1531 era console Rolando Valerio di Giacomino e nel 1590 Gioseffo Corale era podestà deputato dal feudatario.
Con istrumento del 22 marzo 1645 la Camera Ducale rientrava in possesso del feudo e nell’atto sono descritti oltre ai beni anche la gestione amministrazione da cui apprendiamo che il podestà come amministratore della giustizai era pagato dalla comunità mentre il fiscale e il notaio dal feudatario; la comunità presentava i conti al podestà.
Come Monteacuto de Beccaria compare nell’elenco delle dichiarazioni del focatico del Principato di Pavia per l’anno 1537 come appartenente alla Congregazione rurale dell’Oltrepò e Siccomario (Focatico Oltrepò e Siccomario, 1537).
Montù Beccaria nel 1634 è inserito come appartenente all’Oltrepò, nell’elenco delle terre del principato di Pavia censite per fini fiscali da Ambrogio Opizzone (Opizzone 1634).
Nel 1658 la popolazione contava circa 700 abitanti.
Con patente del Re di Sardegna del 21 novembre 1778 il feudo fu concesso a Melchiorre Mario e Giuseppe Martini mediante l’esborso di 42.428 lire piemontesi. Ebbero il titolo di conti e tennero il feudo fino all’abolizione napoleonica ed all’abbattimento del castello.

ultima modifica: 30/11/2006

[ Valeria Bevilacqua, Cooperativa Arché - Pavia ]