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1018. Francesco Sforza al comune, agli uomini e al camparo di Carate sine data [1452] sine loco

Francesco Sforza vuole che il comune, gli uomini e il camparo di Carate diano ad Antoniolo da Crema quanto gli spetta del suo salario e, oltre a restituirgli la roba sequestrata, gli paghino anche le spese di detto sequestro, perché le spese, di cui essi chiedevano la rivalsa, erano state fatte su ordine del duca e per richiesta di Carlo Gonzaga.

All. 8 Dux Mediolani et cetera, Papie Anglerieque comes ac Cremone dominus.
Carissime noster, scripsimo altre volte al commune et homini nostri da Carrate che dovesseno dare et relaxare liberamente ad Antoniolo de Crema, alias suo officiale, quello che restava ad devere havere per cassone del salario suo, non facendoli veruna molestia per quella doa moza e mezo de farina, quali havea tolto per nostro comandamento et dato ali nostri balestreri in pane, et per brenta una vel circha de vino, qual messer Carlo de Gonzaga, per esso Antoniolo, feci dare ali guastadori de Seprio, quali retene el prefato messer Carlo per fortificare el borgo de Carrate; ancho per moza quatro de formento, dato per nostro comandamento ad Albertino de Messirano alora nostro conestabile nela dicta terra de Carrate, et perché dicti communi et homini et el camparo non hanno exequito quanto li scripsimo, secondo ha exposto el dicto Antoniolo, pertanto ve comittemo che per cassone dele dicte farine, vino, frumento ut supra, non lasiati molestare imo facitello satisfare per quello ch'el debe havere dal dicto commune, homini et camparo de Carrate, fazendoli relaxare ogni roba sua che fuosse lì in sequestro, uno comme le spexe facte et patite per esso Antoniolo per casone deli dicti sequestri. Et de questo et de altri debitori debiti et iusti, ch'el dicto Antoniolo deba havere, faciteli senza exceptione satisfare, siché non sentiamo più de questo altra cossa. Data.