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251. Francesco Sforza ad Alberto Scotti 1452 agosto 3 presso Quinzano

Francesco Sforza comanda che, accertato il vero di quanto lamenta Giacomo Antonio Anguissola che Alberto Scotti da Casaleggio gli dà noie in un suo possedimento per il quale ha una vertenza con alcuni di Galli, e in più ha tolto a un suo massaro dei frutti, si imponga ad Alberto Scotti la restituzione di quanto ha di fatto prelevato; se qualcuno accampa dei diritti, agisca per vie legali.

Dilectissime noster, havimo querela da Iacomo Antonio Angusola, nostro dilecto, perché dice che Alberto Scoto da Casalegio lo turba in una possessione per la qual (a) vertise differentia fra esso Iacomo Antonio et alcuni di Galli e, non contento de questo gli à tolto de fato al suo massaro lì le frue e senza altra rasone, segondo che da luy, ho chi farà per esso, intendariti. Per la qual cosa ve scrivemo e comandemo che, essendo questo vero, faciati restituire libere al dito supplicante le dicte sue frue e reponere le cosse in pristinum statum, siché stiano in li termini suy, e se niuno se pretende havere rasone supra de ciò, agat via iuris et non aliter, come è penitus de nostra mente. Ex felicibus nostris castris apud Quinzanum, die iii augusti MCCCCLII.


(a) Segue cosa depennato.