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263. Francesco Sforza al console, al comune e agli uomini di Barbariga 1452 settembre 2 presso Quinzano

Francesco Sforza comanda al console, al comune e agli uomini di Barbariga di indurre gli eredi di Tonino de Bertoi a dare a Bartolino delli Avesti la parte che gli spetta dei frutti ricavati sul possesso tenuto a massarizio. Il duca vuole che si ingiunga ai suddetti eredi di liberare l'appezzamento, che non intendono lasciare nonostante sia finita la locazione.

Consuli, communi et hominibus Barbarige.
Bertolino deli Avesti, de quela nostra terra, n'ha facto lamenta che per li heredi de Thonino de Bertoi non gli vole essere respoxo dela parte sua deli fructi recolecti supra una sua possessione, la quale el dicto quendam Thonino teneva a massaritio. Pertanto parendone cosa contra el debito, vi scrivemo et comandiamovi, essendo la cosa in questa forma, servati modo ch'el dicto Bertolino, senza altra exceptione, habia la debita parte sua deli dicti fructi in modo che non habia a retornare più da nuy per questo facto. Dice anchora esso Bertolino che li dicti heredi, avegnadio sia compita la locatione dela dicta possessione, monstrano, contra sua voglia, volerla pur tenere, per la qual vi dicemo, se cosi è, comandati ali dicti heredi che per modo veruno non se impazano de dicta possessione contra la voluntade del dicto Antonino, et, s'el faranno, gli faremo tale punitione non se avantarano de questo malfare. Et ad ciò melio possiati (a) providere a queste cose, mandemo lì Burato, nostro famiglio, il quale, una cum voy, intenderà queste differentie et farà quanto sarà de bisogno per provederli. Et così voy dal canto vostro datili omni adiuto sia debito, ad ciò che quelo vole la rasone habia loco, como è la nostra intentione. Ex nostris felicibus castris apud Quinzanum, die ii septembris 1452.


(a) Segue fare depennato.