Registro n. 12 precedente | 2128 di 2324 | successivo

2128. Francesco Sforza a Ludovico da Bologna e ad Antonio da Fabriano (1453 giugno 19 "apud Senigham").

Francesco Sforza dice ai famigliari Ludovico da Bologna e Antonio da Fabriano di aver avuto da loro notizia del furto fatto, con la loro licenza, in campagna da Baldassarre da Vicenza contro gli uomini del vescovo e dell'opposizione che intende far loro Pietro da Lonate, commissario di Tortona. Riprova la loro azione come grave e molesta. Ha scritto al commissario di non trascinarla in lite, ma di provvedere per tale via che si ricuperino i denari.

[ 451r] Nobilibus viris Loduicho de Bononia et Antonio de Fabriano, familiaribus nostris.
Havemo inteso quanto, per le vostre separate, ne haveti scripto dela robbaria ha facta suxo la campagna Baldasarre da Vincenza, con licentia vostra, ali homini del vescovo, et dela contrarietate pare gli voglia fare Petro da Lonate, nostro commissario a Tertona. Al che respondendo ve dicemo che, considerato dicta robbaria e gli altri simile, redundano a gran manchamento dela cità, ne è stato grave e molesta et non devevati già dare licentia in quello modo, ma concedere, se bene, che ala casa loro se facesse la executione. Pur facto è, et contentiamose, et cossì scrivemo ad predicto nostro commissario che non gli metta dentro litte, imo proveda che, per la via de dicta robbaria, faza che se habiano li denari ad ogni modo. Per la qual cosa ve ne avisamo, a ciò siati con lui, per fare che Gratiolo presto ne vengha spazato. Data ut supra.
Bonifacius.
Iohannes.