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91. Francesco Sforza a Bianca Maria 1452 gennaio 18 Lodi.

Francesco Sforza scrive a Bianca Maria rassicurandola di aver provveduto per la sicurezza del viaggio a Ferrara. I vestiti saranno portati a Pavia in nottata o il giorno dopo; in caso di ritardo li aspettino a Cremona dove si trovano i cavalli da donare all'imperatore e vi è Giovanni Ulesi con i denari per le spese, e dove arriverà anche Galeazzo. Tutti saranno a Ferrara sabato o domenica e se anche l'imperatore avesse già lasciata la città, è bene che siano in viaggio.

Domine ducisse Mediolani, et cetera.
Havimo inteso quanto la signoria vostra ne scrive sopra la relatione fatta per ser Andrea, nostro cancellero, circa lo andare de Galeaz. Dicemo che, se non poterà essere ad Ferrara sabato secondo lo designo nostro, almeno gli serano, Deo dante, domenica et habiamo proveduto ala segureza del viazo per modo la signoria vostra non bisogna ne habia dubio alcuno. Siamo certi che domatina, mercore dì xviiii instantis, inanzi la recevuta de questa, dicto Galeazo serà andato via, in Dei nomine, per seguire suo camino perché, segondo le lettere havimo questa sera da Milano, li vestiti serano portati lì ad Pavia questa nocte; et si per caso questa nocte non gli seranno, sarano domane portati qua, et cussì venirà Papi cum le altre cose et subito li mandarimo de qua per aqua sichè saranno tucti ad Cremona prima che Galeazo, dove sonno li cavalli da donare al'imperatore, et cussì ser Zohanne de Ulexis cum li denari de fare le spese. Et pur quando bisognasse soprasedere uno dì per dicte cose, lo meglio che siano ad aspectare ad Cremona, dove saranno tucti et se poneranno in l'ordine suo, segondo lo quale degono andare, che altramente. Item che, si per caso interim venisse advisamento che lo imperatore fossi partito da Ferrara, l'é pur meglio ch'el se sia trovato in viagio et che la maestà del'imperatore habia inteso questo cum questa demostratione, che s'el sentisse non fossero questi nostri partiti da casa. Sichè la signoria vostra ne advisi ad quale hora serà partito dicto nostro figliolo et cum quale ordine et modo, per nostra satisfatione.Data Laude, die xviii ianuarii 1452.
Cichus.