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1220. Francesco Sforza a Giorgio Del Maino 1453 marzo 1 Milano

Francesco Sforza scrive a Giorgio Del Maino, commissario e podestà di Novara, che, se pur Gaspare da Sessa sia partito rimangono lì i suoi fanti, dei quali potrà avvalersi. Li trova ringalluzziti e vogliosi di scorrerie: li trattenga e sia attento perché, non avendo ricevuto alcun danno, non si vada da loro a cercare ignominiosi guai. Interverrà per quel che è opportuno fare per la cittadella. Vuole che indaghi diligentemente sulla provenienza, la destinazione, il perché e il come del corriere, che Filippo Visconti ha fatto arrestare, e gli riferisca tutto, perché poi gli dirà che vuole si faccia.

Spectabili militi Georgio de Mayno, commissario et potestati civitatis Novarie, dilecto nostro.
Inteso quanto per toe lettere de xxx del presente ne scrive, te respondemo che, avenga sia partito deIlà Gasparro da Sessa, remane la compagnia et li suoy fanti, con li quali poteray providere a quelli loci et fare quanto bisogna del canto dellà. [ 453r] A quanto ne dice che per l'amicitia, et cetera, sonno ingagliarditi et vogliono correre, te dicemo debbi stare vigile, attento e solicito et avisare ogniuno che non s'è receuto damno, et fare tucte quelle provisione te parerà sianno necessarie et opportune per non recevere mancamento né vergogna alcuna.
Al facto della citadella, quale ne scrive, havemo inteso et faremole quelle debite et opportune provisione ne parerano conveniente et che la cosa rechieda.
Del correro ne scrive fe detenere el magnifico domino Filippo Vesconte, volemo ne pigli diligente examinatione et informatione dove andava et donde veneva, et che et come, siché sappi el tucto, de che ne avisaray subito, che te responderimo poy della intentione nostra. Data Mediolani, primo marcii 1453.
Ser Fazinus.
Cichus.