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303. Francesco Sforza a Corrado Sforza Fogliani 1452 marzo 23 Milano

Francesco Sforza, informato che Paolo Pinzamato, capitano del divieto, concede senza lettere ducali licenze di portare biade fuori del paese, mentre intasca denari per le licenze con lettere ducali, ordina al fratello Corrado Sforza Fogliani, luogotenente di Alessandria, di informarsi sentendo su ciò anche Niccolò Campanaro, che manda lì. Di ogni sua scoperta, mantenuta segreta, lo aggiorni per lettere. Lo avvisa che Niccolò Campanaro viene lì in sostituzione di Niccolò da Palude. Vuole che sia sistemato, alle stesse condizioni, nella casa dove stava, a Fregarolo, Niccolò da Palude.

Magnifico germano nostro carissimo Conrado de Foliano, locontenenti Alexandrie.
Habiamo havuto informatione che Paulo Penzamato, capitaneo del deveto là, aIe fiate concede dele licentie da condure delle biave fora del nostro paese senza nostre littere, signate de nostra propria mano, [ 94r] secondo li ordini nostri, et che etiandio tole uno grosso per soma dele licentie ch'el fa per vigore dele nostre littere, della qualcosa volimo che tu habii informatione, etiam tu, intendendote con Nicolò Campanaro, presente portatore, el quale te ne saperà dire qualche cosa. Siamo etiandio advisati che Nicolò da Palude toleva uno grosso per somma dele licentie, ch'el faceva per vigore dele nostre littere; il perché volimo che tu te informi se l'è vero o non, et de quanto tu trovaray, avisarane per toe littere, tenendo la cosa secreta appresso di te, avisandote che è ordinato et imposto ad esso Nicolò Campanaro, presente portatore, deputato per noy in loco del dicto Nicolò de Palude, ch'el non toglia cosa alcuna dele bollete ch'el concederà per vigore dele nostre littere, se non per la Camera nostra, quanto portali ordini. Ma perché non seria honesto ch'el dicto Nicolò Campanaro per fare li facti nostri, stesse sula hostaria, volimo che omnino tu gli faci dare et assignare la casa quale teneva Nicolò de Palude in la terra del Fregarolo, eo modo ch'el dicto Nicolò da Paludela teneva. Ex Mediolano, die xxiii marcii 1452.
Ser Iacobus.
Cichus.