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476. Francesco Sforza a Corrado Sforza Fogliani 1452 maggio 12 Milano

Francesco Sforza risponde a Corrado Sforza Fogliani di volere che i soldati alloggino il più vicino possibile alla terra. Dissente dall'opinione del fratellastro di tenere i soldati alle stantie o uniti insieme al campo. Inteso quello che Corrado gli ha scritto sui fanti, gli conferma che ne farà ancora arrivare fino a raggiungere le mille unità: al momento gli manda Civita e alcuni conestabili con parecchi fanti. Sistemi come gli pare le cinquecento lance da cavallo. Tiene a che tutte le fortezze siano munite di frumento e, perciò, si trovi con il referendario e con il tesoriere per la fornitura di 200 moggia di grano in modo da dotarne tutte le rocche dell'Alessandrino. Si assicurino i fornitori che saranno pagati con i primi di gennaio. Tocca a Corrado ispezionare le fortezze e garantirsi che esse abbiano adeguato numero di fanti e sufficiente quantità di munizioni. Rimuoverà da ove si trova Antonello del Burgo. I due di messer Isnardo stiano in prigione fino a nuovo ordine. Per la cittadella di Alessandria designa Bartolomeo da Bologna, Bartolomeo da Messina e Giacomo da Civitanova.

[ 154r] Magnifico Conrado de Foliano.
Respondendo ad quanto tu ne hay scripto, et primo, al facto del'allogiare quelle gente, dicimo che nuy havemo inteso lo tuo ricordo. La intentione nostra è et cossì volimo che allogiano presso alla terra più che sia possibile, ma in loco perhò dove se faza mancho damno alli homini nostri et che se toglia manco herba de prati che se può, ma che toglia del'altre herbe. Per il che ne pare che non se gli debia contradire, attento maxime quanto importa al stato nostro, avisandoti che se tu provasti quello che è a dire de tenire le gente d'arme alle stantie et tenerle in campo unite insieme, per haverle ad uno bisogno, trovaresti che li saria una grande differentia dal'uno ad l'altro, immo che non seria da rasonarne, siché vedi de allogiarle como havimo dicto et in quello modo che meglio te pare et stiano uniti. Delli fanti havimo inteso quello che tu scrivi; nuy havimo mandato là Iacomo da Civita et alcuni altri nostri conestaveli cum parechi fanti, et tucta volta manderimo del altri fino al compimento delli mille fanti, siché vedi de acconzarli che stiano bene. Delle lanze nuy te ne mandamo cinquecento da cavallo per ******, perhò provedi de distribuirle como te pare, che niuna ne vada a male fra quelle nostre gente là. Delle lx mogia de frumento, ne piace quello ne hay scripto. Volimo che te ritrovi con quello referendario et thesaurero et cum tucti quelli amici nostri et con chi altri te parerano, et vedi de havere fin in docento moza de formento et fornire tucte quelle forteze nostre de Alexandrina, che stiano bene, commandando ad tucti li castellani per nostra parte, che sotto pena della testa, non sia niuno che ne toche uno granello, ma che il conservi in li casi de grandi bisogni et necessitate che accadesseno, promettendo a quelli tali che darano lodicto grano che sopral'intrate nostre gli ne farimo fare assignatione che ad calende de zenaro che vene serano satisfacti. Et in questo facto non gli mancare in cosa alcuna perché tu vedi quello che importi et quello che è a dire. Ultra ciò vogli andare spesso revedendo le dicte forteze, che stiano bene fornite de fanti et de tucte le monitione che [ 154v] sonno necessarie, che non gli manchi niente. Postremo nuy havimo deliberato che per modo alcuno Antonello del Burgo non stia più dellà, ma de rimoverlo et mandarlo altrove per essere più securi del facto suo, ma seria forte delevarlo adesso perché non ha ancora havuto lo spazamento suo. Vogli solicitare et fare per ogni via et modo che te pare, ch'el sia satisfacto prestissimo, usandogli ogno diligentia et solicitudine, et advisane subito quando sia spazato, perché gli possiamo fare expediente provisione. Scrivendo questa, havimo havuto una toalittera. alla quale respondendo, et primo, ad facto de quelli doy de misser Isnardo, dicimo che non gli debi fare relassare finché non ti scrivemo altro. De quello tuo che hay mandato dal marchese et dal signore Guilielmo restamo advisati, ma bene haveressimo voluto che ne havesti dato primo adviso ad noy, pur de quanto haveray daloro fa che subito ne advisi. Li fanti che hay ad mettere in la citadella de Alexandria, volimo siano questi, cioè, Bartholomeo da Bologna, Bartholomeo da Missina et Iacomo da Civita. Et quelli altri volimo li faci levare via tucti. Data Mediolani, xii maii 1452.
Persanctes.
Cichus.