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562. Francesco Sforza al comune e gli uomini del Castellazzo 1452 luglio 27 prope Gabianum

Francesco Sforza conferma che della loro fedeltà, al di là di quello che il comune e gli uomini del Castellazzo gli hanno scritto e di quanto gli hanno esposto Macario e Ubertino Trotto, loro ambasciatori, egli è ben sicuro e ne ha avuto una riprova quando Guglielmo di Monferrato si è mosso contro di lui. Li ringrazia e li esorta a essere perseveranti in tale devozione verso di lui. Comunica il ritorno degli ostaggi e dei guastatori che erano al campo.

Comunitati et hominibus Castellacii.
H(a)vavimo inteso quanto ne haveti scripto et quanto ne hano dicto per vostra parte Machario et Ubertino Trotti, vostri ambaxatori, della fede et devotione vostra verso nuy et lo stato nostro. Dicimo [ 192v] che de questo non siamo novi, anzi ne siamo certissimi, perché continuo ne havimo veduto la experientia, et maxime in questa novità che ha mosso dal canto dellà lo signore Guilielmo. Dela qual cosa ve ne rengratiamo quanto più sapiamo et possimo, confortandove che cossì vogliate perseverare como è la nostra fede et speranza in vuy, perché da nuy sempre haverete tale et sì facta remuneratione che parirà non habiamo usato ingratitudine verso vuy, como più largamente ve riferirano li dicti vostri ambassatori. Ancora, de quelli sex obstagii che sonno a Pavia, et delli guastatori vostri che sonno qui in campo, alli quali tucti nuy havemo dato bonalicentia che retorneno a casa, siché non dicimo altro. Credereti a loro, como a nuy proprii, avisandove che le cose nostre de qua sonno per modo dirizate che havimo ad essere vincetori, et de qua et dellà. Et de questo ve dati bona voglia. Ex castris nostris felicibus prope Gabianum, die xxvii iulii 1452.
Persanctes.
Cichus.